In Qatar la morbida di Michelin non regge tutta la gara. Piero Taramasso, che a volte è costretto a difendere l’indifendibile ma che – bisogna riconoscerglielo – non si sottrae mai dal dare spiegazioni, l’aveva detto. E in effetti è andata così: ha vinto chi è stato capace di spingere di più senza spingere troppo. E chi, invece, è stato aggressivo da subito s’è ritrovato a fare i conti con la gomma che non c’era più. Eravamo stati avvisati, va bene. Ma il tema cambierà negli altri circuiti? E’ questa la domanda che viene da farsi. Perché, oggettivamente, l’idea che il mondiale sarà caratterizzato da piloti costretti a risparmiarsi salvo poi bagarrare negli ultimi giri ci fa un po’ tristezza.
Spingere sempre, spingere a tutta, cercare il limite in ogni centimetro della pista era – e dovrebbe essere – l’essenza del motorsport. Sentire a fine gara un pilota come Francesco Bagnaia, o anche Alex Rins, arrivare quasi a scusarsi per “aver spinto troppo” è, francamente, qualcosa che non vorremmo mai sentire. Senza considerare, poi, che secondo alcuni piloti non è superato neanche il grande problema dello scorso anno: gomme mai perfettamente identiche e che lasciano, quindi, troppo nelle mani della sorte.
Il primo GP della stagione, però, ci ha fatto venire un dubbio ancora più grande, ma non sarà che prima ancora delle gomme Michelin ad usurarsi sia il morale dei piloti? L’emblema è stata la faccia di Alex Rins nella conferenza stampa del dopogara. Il sorpasso subito ad opera di Joan Mir è stato una mazzata pazzesca e, complice la gomma che poi lo ha mollato, si è ritrovato a fare diversi giri come se avesse visto un fantasma. E quello che è successo a Rins sembra essere successo anche a Fabio Quartararo, sparatissimo all’inizio e imbambolato a centro corsa, dopo che Maverick Vinales gli ha messo le ruote davanti (salvo poi riprendersi solo nel finale).
Non basta? Allora potremmo portare l’esempio di Jack Miller, uscito dai radar delle primissime posizioni subito dopo aver visto Johann Zarco sfilargli di fianco. E un po’ ci viene il pensieraccio malizioso che possa essere successo anche a Franco Morbidelli quando, ieri, Valentino Rossi gli si è piazzato davanti in griglia, smentendo sia l’andamento dei test che delle prove libere. Per carità, magari è solo una supposizione, ma non sarà che questi piloti della new generation, invece di caricarsi a molla con il senso di rivalsa, come accadeva coi piloti tutto sangue e nervi di anni fa, finiscono per paralizzarsi alla prima seccatura?