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Max Verstappen è il campione che odia le Sprint ma le vince sempre

  • di Francesca Zamparini

20 ottobre 2024

Max Verstappen è il campione che odia le Sprint ma le vince sempre
Max Verstappen, ormai si sa, è un forte oppositore del formato Sprint, eppure il suo successo in queste mini-gare è innegabile: ha vinto 11 delle 16 disputate. Nonostante i recenti dissapori con la Federazione e una RB20 carente, il pilota della Red Bull sembra aver ritrovato il suo ritmo. La sua avversione si trasforma quindi in trionfo, il quarto consecutivo in stagione, dimostrando che, alla fine, in pista i numeri parlano chiaro

di Francesca Zamparini

Se c’è una cosa certa, nel paddock di Formula Uno, è che Max Verstappen non mancherà mai di reiterare la sua avversione nei confronti del formato Sprint weekend. Eppure, le statistiche non mentono. Il tre volte campione del mondo, infatti, risulta l’indiscusso dominatore di quei fine settimana che dal 2021 impreziosiscono il calendario della massima serie. È Gunther Steiner, nella consueta intervista post gara, che mette nero su bianco i numeri del pilota olandese: sono sedici le Sprint disputate fino ad oggi e, di queste, undici sono quelle vinte da Max. Tre anni di regno, per quanto - questo regno - proprio non gli calzi. “Qual è il segreto dietro a questi tuoi successi nelle Sprint?”, gli domanda l’ex team principal Haas, “Forse è perché non mi piacciono”, scherza il numero 1 della Red Bull. Insomma, Max Verstappen aveva lasciato Singapore nell’occhio del ciclone, lavori socialmente utili imposti dalla FIA a seguito di parolacce in conferenza stampa, un boicottaggio nell’ambito della stessa, rifiutandosi di rispondere (o rispondendo a monosillabi) per poi consentire ai giornalisti di seguirlo al di fuori di quelle mura, più libero di dire la sua.

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Ad Austin, non si smentisce, schietto, diretto, ma eloquente al punto giusto dinanzi a quella stessa stampa che, qualche settimana fa, da lui aveva subito la carta del silenzio e delle poche parole. “Stai rispondendo in maniera completa, questo vuol dire che il tuo boicottaggio è terminato?”, chiede un giornalista, “No, semplicemente significa che sono una brava persona”. Una risata riecheggia in press conference, perché in fondo non si può che apprezzare la voce senza filtri ed ironica del pilota di Hasselt. Max Verstappen quindi, si concede nuovamente alle interviste ma è soprattutto in pista dove sembra aver ritrovato quel connubio vincente che mancava ormai da un po’, con la sua RB20. “Erano un po’ di weekend che dovevamo guardarci le spalle piuttosto che riuscire ad attaccare”, “Potevo spingere di più, l’assetto era più bilanciato”, così dice, e Tom Clarkson sembra colpire nel segno quando – sottolineando il ritorno ai vertici del campione del mondo - usa la parola relief, sollievo. Perché un po’ ce lo chiedevamo tutti se Max Verstappen avesse definitivamente detto addio ai sogni di gloria, se i fantomatici aggiornamenti da Milton Keynes avrebbero davvero potuto mettere fine a quelle prestazioni mediocri, se la Red Bull avesse davvero avuto modo di tornare in quel reame di fredda costanza e superiorità che ha caratterizzato il binomio 2022-2023. Un passo avanti c’è stato, sul Circuito delle Americhe, e Max Verstappen ha potuto contare su una buona vettura, dotata di un nuovo fondo. Un pilota, quindi, che nonostante gli alti e bassi fa delle mini-gare del sabato il suo cavallo di battaglia, a discapito dell’avversione.

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Ma andiamo con ordine, perché sì, è vero, le vittorie al sabato ci sono state, ma tutte in circostanze estremamente diverse in ottica Campionato, tutte con esiti domenicali inaspettati. Circuito di Shangai, Cina, aprile 2024. Max Verstappen vince la prima gara Sprint dell’anno. Una Red Bull allora senza rivali termina sul gradino più alto anche la domenica, seguita da un Lando Norris al secondo podio stagionale e un Sergio Perez al tempo secondo nella classifica generale piloti. È poi il turno di Miami, appuntamento che – ad oggi – rappresenta un punto di non ritorno per la scuderia anglo-austriaca e che, allo stesso tempo, segna l’inizio dell’ascesa McLaren. Maggio, Miami International Autodrome, Verstappen vince davanti a Leclerc e Perez, Norris si ritira. Con questo risultato, il pilota olandese conta ora 4 vittorie di fila nelle Sprint, sei delle sette disputate, tredicesimo podio su quattordici, mancato solo in Brasile, nel 2022. Ma è la domenica della Magic City che fa il regalo più grande (e inaspettato) a Lando Norris, la sua prima vittoria in carriera, davanti a Max. E poi a casa dei tori, al Red Bull Ring, dove a fine giugno Max si riprende il posto rubatogli da Norris nei primi giri e lo mantiene fino al trionfo, al cospetto di una distesa arancione. Dopo di lui, le due McLaren di Piastri e Norris, in questo ordine e delle statistiche che continuano a parlare da sole: quinta vittoria di fila nelle Sprint. La domenica elvetica è però nota a tutti, macchiata di un duello al limite tra il campione del mondo e Lando Norris, che trascina il primo al quinto posto e condanna il secondo a un pesante ritiro. Vittoria regalata a George Russell, spettatore del rocambolesco contatto tra i colleghi. A questo punto, per Verstappen, è +81 su Norris. Ed eccoci ad Austin, a +54 dopo l’ennesima placca da numero 1, seguito da Sainz e lo stesso pilota britannico, il cui bloccaggio sul finire della gara facilita il sorpasso del numero 55 della rossa. Sembra di essere un po’ tornati indietro nel tempo, con Verstappen che se ne va, verso una vittoria che, certo, vale appena tre punti ma che dal punto di vista del morale, potrebbe davvero significare molto. E poco importa che la pole sia sfumata a causa di Russell in barriera, in casa Red Bull, nel box di Max Verstappen, si guarda avanti, a riprendersi il posto che – la domenica – è quello più alto di tutti.

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