Nikita Mazepin deve aver capito molto presto che l'atteggiamento del bullo, in Formula 1, non gli avrebbe fatto per niente bene. Dopo le accuse per molestia, quelle di razzismo e per violenza, Nikita passa al contrattacco, dicendo la sua su quello che non va nella classe regina.
E' partito qualche settimana fa, scagliandosi a gamba tesa contro il futuro compagno di squadra Mick Schumacher. Niente contro il ragazzo, ci ha tenuto a specificare il russo, ma piuttosto contro il suo cognome. Ai microfoni di Match TV Mazepin ha specificato che i due non hanno un rapporto di amicizia, e che la forza che il nome del padre ha ancora oggi in questo sport gli ha dato una notorietà. e anche delle possibilità, che ad altri non sono concesse.
Dopo queste dichiarazioni il russo è stato di nuovo sommerso dalle critiche dei tifosi, che voluto ricordare al pilota che anche il suo cognome, figlio di un magnate delle aziende chimiche in Russia, lo ha portato fino in Formula 1, dove non sarebbe arrivato senza i soldi di papà Mazepin.
Il tentativo di passare come "il compagno di squadra meno considerato del già figlio d'arte" non ha perciò funzionato sul pubblico, e così Nikita è passato al tema del razzismo.
Nell'ultima intervista rilasciata sempre a Match Tv, il neo assunto di casa Haas ha infatti preso le difese della Madre Russia, parlando dell'atteggiamento del pubblico nei confronti dei connazionali, come Petrov e Kvjiat: "Erano tutti ottimi piloti, ci sono rimasto male quando ho letto cose sgradevoli su di loro. È prevedibile che i piloti russi siano valutati diversamente dagli altri, io proverò a combattere questo aspetto in maniera diversa. Sono arrivato in F1 non per fare la comparsa, desidero portare a casa risultati importanti e fare in modo che la Russia compaia sul palco insieme a Germania ed Inghilterra, le quali hanno una forte tradizione. Desidero cambiare questa situazione".
Anche qui pioggia di critiche per il ragazzo, a cui gli appassionati ricordano le scorribande di Petrov e primi anni difficili di Kvjiat, senza perdere l'occasione di ricordare a Mazepin che uno dei motivi per cui i russi sono così poco apprezzati è il patrimonio che li ha portati in Formula 1, la famosa "valigia" che gli ha permesso di correre nella classe regina.