Un regalo. O forse un errore, colossale. Al sesto giro del GP del Qatar tutto sembrava ormai scritto: Oscar Piastri pronto a centrare la vittoria, riscattando un periodaccio e rilanciandosi in classifica Mondiale. Volava, più di ogni altro pilota: eppure, in maniera quasi inspiegabile, la McLaren è riuscita a rovinare tutto. È il giro 7, Hulkenberg e Gasly si toccano: entra la Safaty Car e, arrivati sul traguardo, 17 piloti imboccano la corsia dei box, fuori rimangono soltanto i due papaya e Ocon. Sarà il disastro della gara, quello che servirà senza alcuna difficoltà la vittoria a Max Verstappen. L’olandese e la Red Bull cercavano esattamente questo: un errore da sfruttare, ne sono arrivati due giganteschi uno dopo l’altro. Prima a Las Vegas, poi a Lusail. E il Mondiale da essere “soltanto una passeggiata” per la McLaren si è trasformato in una battaglia da vivere fino all’ultimo giro del GP di Abu Dhabi. “Sono senza parole”, ha commentato Oscar una volta tagliato il traguardo.
Era stato semplicemente perfetto, ma non è bastato: “Chiaramente io ho fatto la gara migliore che potessi, ho dato tutto quello che avevo, ma abbiamo sbagliato qualcosa e non avrei potuto fare di più. Io ho fatto del mio meglio, ma oggi non era destino evidentemente”, ha poi spiegato una volta arrivato in parco chiuso. E dopo aver parlato di una strategia evidentemente sbagliata, l’australiano ha provato a guardare anche agli aspetti positivi del weekend, vissuto in testa dall’inizio fino a quella chiamata disastrosa: “Non tutto è negativo. Anzi, il mio passo è stato molto forte, però è un po’ dura da mandare giù al momento. Considerato come ho guidato, non aver vinto è davvero frustrante”.
Gode Max, autore di una fortunata magia. Ora i punti di distacco da Norris sono dodici, per una rincorsa difficile ma non impossibile. E lo è specie se, per la seconda volta di fila, oltre al solito miracolo della Red Bull e del suo pilota ci ha pensato la McLaren a complicarsi la vita. “Quella scelta strategica ci ha fatto vincere la gara e l’ha fatta perdere alla McLaren, sicuramente – ha detto Verstappen ai microfoni di Sky – Sono molto contento di questo perché, onestamente, quando mi sono svegliato stamattina non mi aspettavo di vincere, pensavo più a quanto saremmo stati competitivi in gara o se non lo saremmo stati”.
In un attimo, però, tutto è cambiato: “Quanto accaduto oggi dimostra che tutto è possibile. Ci si aspettava una gara noiosa e invece la Safety Car ha messo un po’ di pepe. Spero accada anche ad Abu Dhabi. Io darò tutto e le proveremo tutte, speriamo di essere un po’ più competitivi a Yas Marina rispetto a quanto avvenuto qui. Vedremo, di sicuro correremo con una mentalità positiva, non abbiamo nulla da perdere”. Vincere il titolo sarebbe un’impresa, più di ogni suo altro successo in carriera. Anche perché, con uno come Verstappen, non si può mai dire che è finita. E dopo l’ennesimo schiaffo, Zak Brown e soci dovrebbero averlo compreso, bene.
Sul podio ci finisce a sorpresa anche la Williams di Carlos Sainz, bravo a sfruttare l’occasione e l’ottimo ritmo mostrato per tutta la gara, precedendo Lando Norris e Kimi Antonelli, autore di un errore proprio all’ultimo giro che spalanca la strada al leader del Mondiale. Malissimo, invece, le due Ferrari: Leclerc è ottavo, Hamilton dodicesimo. È stato un fine settimana nero per la Scuderia, mai così in difficoltà in tutto il 2025. Il passo non c’era, con le due SF-25 lontane anni luce non solo da McLaren e Red Bull, ma anche da Mercedes, ormai sempre più sicura del secondo posto nel Mondiale.
Al termine della gara, però, oltre alla solita fatica del Cavallino c’è solo una certezza: se ad Abu Dhabi la McLaren perderà il Mondiale piloti subendo la rimonta di Max, sarà una delle sconfitte più grandi della Formula 1, visto soprattutto com’era iniziata la stagione. E se Max dovesse vincere, ancora, sarebbe ormai indiscutibile il suo status di leggenda.