Preciso, senza alcuna sbavatura e con un ritmo impareggiabile. Piastri in Qatar è tornato a dominare ricordando a tutti perché, per buona parte di questo Mondiale, era stato lui il favorito numero uno nella corsa al titolo, quantomeno in casa papaya. Lo ha fatto prendendosi di forza prima la pole position e poi la vittoria nella Sprint Race, di forza: in qualifica con un giro perfetto, in gara a suon di giri veloci. Una reazione chiara, necessaria dopo un periodo complicatissimo che lo aveva visto sbagliare e, soprattutto, venire sorpassato da Norris in classifica.
Un duro colpo, quasi inspiegabile: il pilota di ghiaccio visto fin dall’inizio dell’anno (e non solo) sembrava essersi sciolto, forse per la pressione o forse per una gestione in casa McLaren che, quantomeno nel suo entourage, sembrava aver favorito Lando in più di qualche occasione. Impossibile dirlo con certezza, ma sta di fatto che l’Oscar dominante e ingiocabile si era perso, e con lui anche le speranze di vittoria finale: serviva il suo Qatar - circuito sui cui aveva conquistato la prima vittoria in Formula 1 - per rilanciarlo, per ritrovarlo sorridente una volta sceso dalla vettura e, soprattutto, determinato a non darla per vinto fino alla fine. Giovedì aveva detto di non voler assolutamente aiutare il compagno di squadra, viste le tante attenzioni a Max Verstappen, due giorni dopo vince e, seppur di poco, sul leader è lui ad accorciare: 22 punti di distacco sono tanti, ma mancano ancora due gare, entrambe da tutto o niente.
Vincere la Sprint era il primo passo, raggiunto. E lo ha fatto davanti a George Russell, ancora lì davanti e per una volta suo alleato, con il pilota Mercedes finito davanti a Norris e Verstappen: Lando gestisce senza prendersi rischi, consapevole del vantaggio in classifica, Max non le manda a dire verso una Red Bull ancora difficile da guidare: a un posteriore ingestibile si è aggiunto un continuo saltellamento, e non solo in rettilineo.
Servirà un miracolo, uno dei suoi, perché a Losail la McLaren finora non ha sbagliato niente ed è stata semplicemente superiore. E alla fine della Sprint Race l’olandese non si è nascosto: “Penso che sarà dura – ha riconosciuto ai media – e mi pare che questa pista non sia proprio adatta alla nostra macchina. Ci proveremo, le proveremo tutte per cercare di migliorare, non è affatto divertente guidare così. Non potevo lottare con le McLaren, non avevo il passo. Dovremo cercare di rendere la macchina più stabile, risolvere il problema del saltellamento e anche di migliorare l’aderenza all’anteriore. Qui c’è un grosso problema: l’usura delle gomme anteriori che è molto forte, per cui dobbiamo migliorare anche da quel punto di vista”.
In una gara tutta noia e poca azione, peggio - ma molto peggio - è andata alla Ferrari: il Qatar per ora è stato un incubo e sotto alla bandiera a scacchi Leclerc è tredicesimo, Hamilton diciassettesimo. Irriconoscibili, perennemente in lotta con una SF-25 che sembra non smettere di stupire. “Una catastrofe”, ha spiegato Charles a Canal+. “Non avevo alcun grip sul posteriore. Ho rischiato di perdere il controllo della macchina nel secondo settore. Non sono riuscito a recuperare grip e dobbiamo analizzare la situazione perché era davvero difficile tenere la macchina in pista. Siamo completamente fuori strada per quanto riguarda l’assetto”.
“A fine gara Gasly si è avvicinato a me e mi ha detto ‘la tua macchina era terribile’”, ha invece esordito Sir Lewis. Una dichiarazione pesante, ma che riassume alla perfezione quanto visto in pista. E guardando alla squadra il sette volte campione del Mondo ha aggiunto: “Le persone che sono nel garage e quelle che lavorano a Maranello non meritano assolutamente quello che sta succedendo, meritano dei risultati migliori”, ha detto poi a Sky, rispondendo anche a chi aveva giudicato il suo atteggiamento poco positivo, quasi rinunciatario. “Posso soltanto dire che sicuramente non è per mancanza di impegno o perché non ci stia provando. Non molleremo e continueremo a spingere, malgrado tutte queste giornate difficili ho ancora tanta positività”.