Marco Melandri è abituato a fare previsioni: nel 2020 ha azzeccato Mir come sorpresa, e a inizio 2021 aveva indicato Quartararo per il titolo. Contestualmente alle sue prese di posizioni sul Covid che stanno facendo discutere, lo abbiamo intervistato per parlare di ciò che conosce meglio, il motomondiale, che commenta per Dazn.
Chi c’è da tenere d’occhio per il 2022 in MotoGp?
“Io dico Ducati. Hanno una moto secondo me molto superiore alla concorrenza. In alcune gare hanno dominato in lungo e in largo con piloti con stili di guida completamente o comunque molto diversi”.
E per quel che riguarda i piloti? Chi vincerà il titolo?
“Sicuramente Bagnaia è il più pronto, ma sicuramente se la Ducati effettivamente prevarrà il titolo lo vincerà uno dei piloti ufficiali. Ha più «senso» che vinca chi fa la moto piuttosto che un team che affitta la moto da chi la fa, anche perché uno sponsor per finire nel team ufficiale paga di più che per andare sul team satellite. Guardando nell’insieme, il team ufficiale avrà quindi qualcosa in più”.
Nel caso di Oliveira, previsto come sorpresa del 2021, cos’è andato storto rispetto alle attese?
“È stata la Ktm ad andare veramente male. Oliveira in quelle quattro gare in cui la moto per qualche motivo ha funzionato è andato a podio e una volta ha pure vinto, quindi confermo la mia idea che lui per il futuro prossimo sia uno dei top rider. Vediamo come andrà la moto quest’anno. Credo che andrà senz’altro meglio perché in Ktm hanno fatto una bella campagna acquisti a livello di tecnici: hanno preso diverse persone da Ducati e Aprilia, hanno cambiato un po’ l’organigramma e secondo me adesso faranno un bel passo in avanti”.
Che dire del motomondiale senza più Valentino? Che succederà?
“Secondo me perderà interesse chi non è veramente appassionato di moto. Valentino aveva portato una massa incredibile, quindi sicuramente i numeri cambieranno. Però poi magari con il tempo emergerà qualche altro personaggio che appassionerà le folle. Attualmente l’unico che vedo con un potenziale di questo tipo è Quartararo”.
Ma sarà anche competitivo nel 2022?
“Lui lo sarà sicuramente. La mia paura è che la Yamaha possa rimanere un po’ indietro: hanno vinto il mondiale e dunque come successo in Suzuki dopo il 2020 rischiano di sedersi un po’ sugli allori. E il pericolo è che Quartararo possa andare un po’ in conflitto con Yamaha riguardo al futuro e che ciò possa togliere un po’ di energia alla sua stagione. Però secondo me lui è intelligente ed è cresciuto molto”.
E gli italiani?
“Il pro di venire su con la VR46 Academy è che impari tanto e cresci, ma il contro è che non hai una personalità tua”.
E Marquez?
“È un grandissimo, ma è stato reso un nemico pubblico e dunque difficilmente potrà cambiare questa percezione. Chi è contro Marquez secondo me non è un vero appassionato di moto, ma uno che è andato dietro alla massa e a quello che si è raccontato: che a volte vada oltre il limite è indiscutibile, ma quando le gare si giocano all’ultimo giro e c’è lui di mezzo, Marquez dà spettacolo e quindi non puoi non essere un suo tifoso, nel senso di volerlo in pista a lottare là davanti. Per esempio la prima vittoria di Bagnaia ad Aragon contro Marquez è stata incredibile”.
Dal punto di vista fisico e della tenuta potrà stupire ancora dopo l’ennesimo infortunio?
“Speriamo. Adesso l’ho visto tornare in moto ed è un buonissimo segno. Ha avuto modo di lavorare e sicuramente sarà più in forma dello scorso anno. Se l’occhio e la mente funzionano potrà stupire ancora, mentre se non ha infortunato ancora il braccio nell’ultima caduta avrà avuto modo di riposarlo e di mettere su massa, quindi in quel caso sarebbe molto più avanti rispetto alla passata stagione”.
Quasi d’obbligo un commento su Petrucci alla Dakar…
“È stato veramente un grande, perché si tratta di una competizione veramente pericolosa. Ha sfruttato le tappe più «normali», ma in generale a parte gli episodi sfortunati era sempre in ottima posizione. Secondo me l’anno prossimo può puntare almeno ai primi cinque posti, se non al podio, visto che avrà esperienza. E alla sua età in quel mondo se vorrà ha una carriera davanti”.
Vedremo mai Melandri alla Dakar?
“Era un mio sogno da bambino. Però poi riflettendoci ho capito che io non toccherei in terra, quindi sarebbe un po’ impossibile. Mi diverto con le bici, quello è il mio mondo adesso”.