Lewis Hamilton si prepara a rientrare dalla pausa estiva guidando il campionato piloti con un vantaggio di 8 punti su Max Verstappen, massimo rivale nella lotta al titolo. Gli eventi che hanno dominato gli ultimi Gran Premi della stagione - da Silverstone all'Ungheria - hanno ribaltato le logiche di inizio anno, rimettendo la Mercedes lì dove siamo abituati a vederla: al primo posto.
La scuderia di Toto Wolff spicca anche nella classifica costruttori, dove Red Bull insegue con 12 punti di svantaggio. Tutto regolare, no? Mercedes che domina, Lewis che vince, il team tedesco che si conferma numero uno in entrambe le classifiche di Formula 1.
O forse no. Perché nonostante i numeri ci parlino di una Mercedes vincente e di una macchina oliata, quella di una squadra che è più abituata a vincere che a perdere, le cose nel team di Hamilton sembrano essere cambiate nel corso dell'ultimo anno e la perfezione sembra aver lasciato spazio a insicurezze ed errori, dando un volto più umano alla struttura della scuderia titanica.
Una squadra che risponde a un nome, quello di Toto Wolff, stratega e abile politico oltre che collante di tutto il gruppo. Un nome su cui, ultimamente, si è detto tanto: rumors, rimproveri, dichiarazioni e smentite. Su tutte una pesante accusa di insider trading sulla quale avrebbero indagato le autorità borsistiche europee, arrivando poi alla chiusura del caso per mancanza di prove di illeciti: l'austriaco era stato accusato di aver acquistato quote Aston Martin - il cui valore è poi cresciuto enormemente - essendo in possesso di informazioni riservate riguardanti i legami con Mercedes, ufficializzati solo successivamente.
Un'accusa che si collega però alle critiche che, nel 2020, hanno infuocato il paddock di Formula 1 quando l'allora Racing Point - oggi Aston Martin - si presentò a Melbourne con una monoposto palesemente copiata dalla Mercedes 2019, vincitrice del titolo mondiale. Passaggio di informazioni illecito? Se ne discusse a lungo ma, nei fatti, i due team uscirono puliti dalla faccenda.
Mentre fuori dal paddock si parla così di accuse e smentite, Wolff sembra - al momento - più interessato al successo della sua squadra e a un futuro, il suo, che non è affatto definito.
Nonostante l'austriaco abbia firmato lo scorso anno un contratto pluriennale con Mercedes nessun vincolo lo lega al ruolo di team principal per le prossime stagioni e a dirlo è proprio lui: in una recente intervista infatti Toto ha detto di essere pronto a "lasciare spontaneamente il ruolo a chi ne abbia le capacità". Non è certo un segreto che Wolff - già lo scorso anno - stesse cercando un degno erede, arrivando anche a proporre il ruolo al collega James Allison.
Vento di cambiamento in casa Mercedes? Un cambiamento forse necessario per una squadra che - da quasi un decennio - domina il mondo della Formula 1 senza mai fare un passo indietro, dare un segno di cedimento o un motivo di critica.
Una squadra che invece adesso sembra dover discutere a lungo di ogni questione, lasciando spiazzati tifosi e addetti ai lavori. A far parlare, in questo periodo, è soprattutto la scelta del secondo pilota che affiancherà Lewis Hamilton nel mondiale 2022. La scelta più ovvia sarebbe quella, chiacchieratissima, di dare finalmente una possibilità al giovane e promettente George Russell che ha più volte dimostrato di meritare il sedile di un top team.
I dubbi sono però moltissimi: Hamilton vuole l'affidabilità e la sicurezza di un secondo pilota come Valtteri Bottas che, negli anni, si è dimostrato il perfetto "maggiordomo" del campione, pronto a lasciare strada libera quando necessario, a difendere le spalle di Lewis e completare le doppiette Mercedes sul gradino appena più basso del podio.
Una situazione che quest'anno, con la competitività di Red Bull, ha cominciato a venire meno portando a galla le difficoltà di Bottas, sempre molto (e troppo) lontano dalla coppia Hamilton-Verstappen.
Anche tra piloti serve quindi un cambiamento? Forse sì, ma scegliere per Mercedes non sembra mai stato così difficile. Scontentare Hamilton da una parte, puntato su un giovane che potrebbe essere il futuro del team, o andare sul sicuro dall'altra, prendendosi però il rischio di veder scappare Russell in altre scuderie.
La decisione verrà presa a settembre, dice Toto, mentre si rimbalzano le dichiarazioni di Bottas, Hamilton e Russell, mescolate da quelle degli altri piloti, ex campioni, team principal e giornalisti.
Una corrida che non fa che aumentare la confusione all'interno di una squadra che, fino a un anno fa, la confusione non sapeva nemmeno che cosa fosse. E allora dentro quei numeri, i numeri che a metà stagione la vedono in testa al mondiale, c'è scritto qualcosa di più grande. Il futuro di una squadra - che per restare dov'è - è costretta a cambiare. Come, e quando, lo scopriremo presto.