Matteo Berrettini contro Stefanos Tsitsipas non sarà mai una partita da secondo turno di un Masters 1000. Tantomeno a Indian Wells, dove l'italiano e il greco sono sbarcati da giocatori più in forma del momento. Stefanos è fresco del trionfo di dieci giorni fa a Dubai, quando ha alzato al cielo un trofeo che mancava da dieci mesi (Montecarlo 2024 era stata l'ultima gioia). La chiave della vittoria in Medio Oriente va identificata con la partita giocata contro lo stesso Matteo, un quarto di finale dall'altissimo tasso tecnico, forse il match più spettacolare disputato sul cemento degli Emirati. Martellate di dritto da fondo campo del romano, il rovescio ad una mano dell'ateniese efficace come non lo si vedeva da tempo, ottima precisione al servizio da parte di entrambi, che per l'occasione avevano sfornato anche diverse prelibatezze a rete.
"Quella sconfitta mi è bruciata parecchio, ho voglia di rifarmi" - dichiara adesso Matteo nel mastodontico complesso dell'Indian Wells Tennis Garden. Sì, neanche due settimane ed è tempo di rivincita, questa volta sul cemento più lento e trattato della California, nello stadio del tennis secondo per capienza solo all'Arthur Ashe di New York. A Dubai avevano giocato in serale, nella Coachella Valley scenderanno in campo al crepuscolo italiano, sotto il sole che a Palm Desert segna l'ora di pranzo. In Medio Oriente avevano gettato alle ortiche accorgimenti tattici, disputando un incontro pirotecnico perché entrambi attaccavano, entrambi si offendevano ed incassavano, entrambi andavano alla ricerca del vincente, della miglior versione di loro stessi. In questo curioso secondo turno californiano, forse, si studieranno di più.
C'è voluto del tempo per ritrovare Matteo e Stefanos, reduci di percorsi di redenzione decisamente speculari: Berrettini ha cambiato guida tecnica a fine 2024 (lasciando Francisco Roig e mettendosi esclusivamente nelle mani di Alessandro Bega e del tecnico federale Umberto Rianna), Stefanos lo scorso autunno ha cambiato coach (affidandosi a Dimitris Chatzinikolaou, capitano della spedizione greca di Coppa Davis) per ritrovare un padre, Apostolos, ed evitare che il rapporto venisse dilaniato dalle dinamiche dello sport del diavolo. Matteo nel corso dell'inverno ha modificato il movimento del suo miglior colpo, il dritto, cercando di accompagnarlo maggiormente con le spalle in modo tale da "strappare" meno ed evitare quelle lesioni agli addominali che l'anno scorso lo costrinsero a guardare Indian Wells dal divano (il suo 2024 cominciò appena dopo, a Phoenix). Stefanos a Dubai ha provato un'altra racchetta, passando dalla Wilson Blade ad una Babolat Pure Aero 98, che ha uno schema corde più permissivo. Gli ha consentito di ottenere, a parità di sforzo, maggior profondità. Gli ha permesso di tenere la palla in campo anche quando non la colpiva al centro del piatto, evitando quelle stecche che nell'ultimo anno erano diventate quasi morbose dal lato del rovescio, colpo diventato talmente fragile da condizionare l'intero gioco del greco. Infatti a Dubai Matteo picchiava giustamente col servizio alla sinistra di Tsitsipas, che contro ogni aspettativa gli rispondeva sui piedi col rovescio, mettendo in crisi il piano partita del romano.
Oltre a qualsiasi accorgimento tecnico, ciò che conta di più è che il tennis ha ritrovato in questo avvio di 2025 due grandissimi personaggi: Matteo e Stefanos non saranno nei rispettivi prime - come dicono quelli bravi - ma stanno finalmente bene. Per qualche mese sono rimasti alla larga da problemi fisici o paturnie mentali, dopo un Australian Open di assestamento hanno trovato fiducia e continuità in Medio Oriente. Hanno riscoperto il divertimento sul campo da tennis e, proprio adesso, il fatto che uno dei due lascerà la California al secondo turno sembra uno scherzo del destino. Eppure la Coachella Valley è la terra delle reunion - nel famosissimo Festival omonimo sono tornate eccezionalmente sul palco band dissolte da tempo, Rage Against The Machine e Guns N'Roses su tutti. Era destino, forse, che Tsitsipas e Berrettini celebrassero la loro rinascita laggiù, in quella valle costellata di palme che resistono anche alla neve. Scordiamoci dei sedicesimi di finale, sarà uno spettacolo.