Un anno fa, Matteo Berrettini era lontano dai riflettori. Il suo ranking si aggirava fuori dalla top 150, si preparava a giocare il Challenger di Phoenix, e il ritorno tra i migliori sembrava un obiettivo distante. Dodici mesi dopo, tutto è cambiato. Il tennista romano è rientrato nei primi 30 del mondo, e no, nessuno ci credeva. Oggi è testa di serie a Indian Wells, e arriva in California con fiducia e una condizione fisica ritrovata. “Direi che abbiamo fatto un ottimo lavoro”, ha dichiarato sorridendo, intervistato dall’Atp alla vigilia del primo Masters 1000 maschile della stagione. “Se sono qui e da testa di serie, significa che ho fatto un grande lavoro con il mio team, la mia famiglia, tutte le persone che mi hanno aiutato in questo percorso”. Un percorso che ha visto il suo punto più alto nei tornei di Doha e Dubai, dove il romano ha ritrovato il livello che lo aveva portato in finale a Wimbledon nel 2021. In Qatar, Berrettini ha persino battuto Novak Djokovic, una vittoria che rappresenta un punto di svolta nella sua stagione.

“È stato molto importante. Mi aveva battuto in finale a Wimbledon, nel torneo più prestigioso del mondo. Più volte mi sono chiesto cosa si provasse a essere lui, a giocare a quel livello. Sono sempre stato molto fiero di giocare contro Novak, Rafa e Roger, è una di quelle cose che racconterò ai miei figli, se ne avrò. A Doha penso di averlo battuto perché ho giocato meglio di lui, ed è una cosa che mi rende doppiamente orgoglioso, perché non era mai capitato”. Oltre alla corsa di Berrettini, Indian Wells è al centro di un acceso dibattito tra i tennisti per il cambio di superficie. Dopo 25 anni, il torneo ha abbandonato il Plexipave, optando per il Laykold, lo stesso materiale utilizzato per il Miami Open e, dal 2020, per gli Us Open. Il cambio non ha convinto tutti, e tra i più perplessi c’è Carlos Alcaraz, campione in carica e numero 2 del mondo. “Il campo è più veloce ed è qualcosa che francamente non ho capito quando l’ho saputo”, ha dichiarato in conferenza stampa.

“Questo torneo si è disputato sulla stessa superficie per 25 anni, sullo stesso campo, ma ora è stato cambiato. Non ne conosco il motivo, so solo che dovrò allenarmi per valutare la situazione. Anche se mi considero un giocatore che si adatta bene alle condizioni in cui gioca, non capisco davvero questa scelta”. Un’opinione diametralmente opposta rispetto a quella di Daniil Medvedev, che ha percepito la nuova superficie in modo completamente diverso: “Sembrano ancora più lenti di prima. Non so cosa pensino gli altri giocatori. Io ho avuto solo pochi giorni, sento ancora il fuso orario, quindi devo ancora adattarmi, ma fino ad ora ho giocato due giorni e sembrano davvero molto lenti”. In attesa di vedere come si adatteranno i giocatori alle nuove condizioni, una certezza c’è: Berrettini è tornato in piena corsa nel circuito, pronto a dimostrare che il meglio deve ancora venire.