“Andrea Dovizioso dovrebbe guardare i dati prima di parlare: si accorgerebbe di aver girato con un tempo ottimo. Questo dimostra che il problema non può essere stata la performance dello pneumatico, ma un’usura accentuata da un errore del suo box” – A parlare è Piero Taramasso che ha risposto così, in sintesi, alle critiche mosse da Andrea Dovizioso dopo il GP di Stiria. Il pilota forlivese s’era detto fortunato di aver potuto beneficiare di una seconda partenza dopo l’incidente di Vinales, perché le gomme montate nella prima parte di gara non erano minimamente performanti e avrebbero rischiato di farlo chiudere addirittura più indietro. Parole pronunciate a caldo, anche di rabbia, ma nel contesto di un discorso più generale in cui Andrea Dovizioso ha voluto parlare non tanto del singolo episodio, ma della condizione che si trovano a vivere molti piloti: “Non c’è uniformità nei comportamenti degli pneumatici – ha spiegato – E’ come una lotteria: se sei fortunato ti capita quello buono, altrimenti sei costretto ad arrancare. Non dico assolutamente che c’è malafede, ma le gomme non sono sempre uguali e questo è destabilizzante”.
Affermazioni, quelle di Andrea Dovizioso, che fanno il paio con quelle di quasi tutti gli altri del Circus, visto che più o meno tutti sono incappati con i (chiamiamoli così) “treni meno performanti”. Lo stesso Valentino Rossi, proprio all’inizio di questo mondiale 2020, aveva detto qualcosa di molto simile, finendo per l’essere invitato da Piero Taramasso a cambiare stile di guida. Poco dopo anche Jack Miller s’era pronunciato negli stessi termini del nove volte campione del mondo e, ad onore del vero, bisogna dire che nessuno, ma proprio nessuno, s’è mai detto soddisfatto del comportamento delle gomme in pista. Anche Brad Binder, dopo la vittoria di Brno, era stato chiaro: “Negli ultimi giri non riuscivo ad essere veloce per via delle gomme”. Insomma, c’è un problema Michelin e bisognerebbe prenderne atto. Ma così non è e, anzi, le accuse vengono sempre respinte al mittente.
“I piloti e i team – ha detto ancora Taramasso in una recente intervista – devono capire che è troppo facile prendersela sempre con gli pneumatici e che le variabili in campo sono tantissime. E’ come se pretendessero di presentarsi in ogni pista con un solo assetto standard che vada bene ovunque. Ma non è così e le gomme risentono degli assetti in relazione a asfalto, temperature e molto altro”. Una sorta di gatto che si morde la coda o di gioco al “non sono stato io” che comincia a diventare una telenovela. Valentino doveva cambiare stile di guida, i piloti e i team devono essere disposti a lavorare sugli assetti, e Dovizioso, o chi per lui, deve imparare a gonfiare le gomme. Sì, detta così fa ridere, ma è in questi termini che Piero Taramasso ha spiegato i problemi lamentati dal pilota di Forlì al GP di Stiria: ““Dovizioso dovrebbe ricordare che siamo passati dai 50 gradi del GP d’Austria ai 30 di domenica scorsa. Il suo box ha commesso due errori. Il primo è stato utilizzare una pressione degli pneumatici troppo bassa, cosa che non ha permesso al pilota di far lavorare le gomme nel giusto range di temperatura. Il secondo, aver parlato prima di guardare i dati: se in gara hai il passo di 1:24.4 la gomma non è fallata” – ha affermato il responsabile motorsport di Michelin, che ha aggiunto: “Accusare la nostra qualità è la giustificazione più facile, ma la qualità è la nostra priorità. E quando ci criticano chiediamo la telemetria, compariamo i nostri dati coi loro e nel 95% dei casi ci troviamo d’accordo nell’analisi. Dal 2016 al 2019 ci saranno state solo una decina di gomme che non rendevano come avrebbero dovuto”.