Per Michelin una volta è lo stile di guida di Valentino Rossi, un’altra volta la potenza delle moto e l’altra volta ancora è l’asfalto di Brno. Ma per i piloti, è noto, il problema è proprio Michelin e gli pneumatici che porta sulle piste del motomondiale. Si lamentano tutti, anche chi vince, e se da una parte è assolutamente da respingere al mittente ogni teoria del complotto, dall’altra rimane il mistero di una stagione che sarà fortemente condizionata dalle prestazioni degli pneumatici. Non sempre ugualmente performanti per tutti. Che, lo ripetiamo, non significa assolutamente che ad alcuni piloti vengono fornite gomme buone e ad altri gomme meno buone con un definito intento e a chissà quale scopo, ma che non c’è omogeneità nel prodotto messo a disposizione dei team, con il risultato che chi si ritrova con gomme problematiche fa fatica anche ad arrivare al traguardo.Tanto che a qualcuno è venuto da pensare male.
Il primo è stato Jack Miller, che ha fatto notare come Michelin fosse francese proprio come Fabio Quartararo e Joahnn Zarco. Ma tutto si può dire, dopo Brno, tranne che Quartararo non sia stato penalizzato dallo pneumatico. “Non ho mai avuto il giusto grip – ha spiegato il pilota del team Petronas e leader della classifica mondiale”. Evidentemente questa volta la lotteria degli pneumatici non lo ha messo tra i fortunati a cui sono toccate le coperture performanti. Ma per uno che si gioca il Mondiale c’è poco da stare in mano alla sorte, tanto che il francese ha abbandonato il suo solito sorriso per mostrare un lato del tutto inedito: quello del sospettoso.
“KTM – ha aggiunto il leader del Mondiale dopo la brutta prova nel Gran Premio della Repubblica Ceca – è stata la più forte questo fine settimana. Hanno fatto molti test e anche Michelin credeva che quella portata in gara fosse una gomma migliore. Di sicuro è stata la gomma migliore per KTM. La moto austriaca ha potuto fare test a Brno e in Austria e che anche Michelin ha lavorato con loro per trovare la gomma più adatta per questa gara. Quindi penso che già prima di iniziare il fine settimana sapessero quale gomma fosse perfetta per la gara. E credo anche che Michelin abbia portato le gomme giuste in base a quanto fatto nei test. Quindi avevano molta esperienza già prima del Gran Premio”. Se non è una accusa poco ci manca, con Michelin che ha dovuto ancora una volta mandare avanti il suo uomo, Piero Taramasso, per provare a non finire travolta da una operazione di marketing (quella di fornire gli pneumatici alla MotoGP) che rischia di rivelarsi un’ottima pubblicità per tutte le altre aziende competitor della stessa Michelin."I test aiutano, è innegabile – ha detto Piero Taramasso rispondendo indirettamente e senza riferimenti espliciti alle dichiarazioni di Fabio Quartararo – Con test, il venerdì hai già una base su cui lavorare e non parti da zero. Noi le gomme le decidiamo prima, poi se qualcuno va a fare i test gli diamo quelle che abbiamo scelto per la gara, ma questo mi sembra logico. Però noi non abbiamo mai cambiato le nostre scelte in base ai risultati di questi test".
Se c’è stato un vantaggio, quindi, non è certo perché Michelin ha migliorato i suoi pneumatici sulla base dei riscontri dei test condotti da KTM, ma è la stessa KTM, che avendo potuto beneficiare di test in deroga, ha potuto migliorare la moto in relazione alle performance degli pneumatici. Ma anche cambiando l’ordine dei fattori il risultato (nel caso specifico, la conclusione) non cambia: le gomme Michelin sono una incognita che incide troppo sui valori in pista ogni settimana. E qualche domanda bisognerà pur farsela. La scelta, invece, è stata quella di trovare il terzo responsabile in tre gare.
Per Taramasso, quando a lamentare le solite noie era Valentino, il problema era lo stile di guida del nove volte campione del mondo. Poi, dopo il secondo round di Jerez, quando a lamentarsi sono stati più piloti, il problema è stato la potenza delle moto che mette a dura prova gli pneumatici. Ora, dopo Brno, la colpa è dell’asfalto e delle temperature. “E' stata una corsa difficile – ha infatti concluso Taramasso - per prima cosa per le condizioni della pista. C'era davvero pochissimo grip, molto peggio del 2019, e a questo si è sommata anche la temperatura: c'erano cinquanta gradi sull'asfalto. La sensazione per i piloti era quasi come se stessero guidando su del cemento levigato".