La brutta caduta di Marc Marquez, che rischia di costare la carriera all’otto volte campione del mondo e di sfilare alla MotoGP l’ultimo vero protagonista, ha fatto finire sulla brace Michelin. Il produttore di pneumatici francese, fornitore unico per la Classe Regina, ha ricevuto critiche non solo da Honda (con Pol Espargarò e Alberto Puig che ci sono andati giù pesanti), ma anche, in maniera più velata, da Suzuki. Motivo? Le carcasse proposte per il GP d’Indonesia non sono state le stesse utilizzate per i test invernali, ma quelle già proposte in Austria nel 2018. Una scelta che ha condizionato il comportamento di alcune moto e che, secondo i soliti complottisti, avrebbe favorito in qualche modo la KTM.
Ora, senza andare troppo lontani con i retropensieri e senza tirare fuori la storia trita e ritrita dei gommini speciali per far vincere Tizio piuttosto di Caio, resta l’anomalia di una decisione che nessuno fino a ieri era riuscito a spiegarsi. Adesso, però, è intervenuto direttamente Piero Taramasso, responsabile racing per Michelin che ha voluto replicare alle accuse spiegando che l’unica ragione della scelta è da ricercare nella volontà di garantire la massima sicurezza per i piloti.
“Dopo i test di febbraio era chiaro che le gomme di serie non avrebbero potuto portare a termine la gara – ha detto - perché le temperature erano molto alte e non sarebbero durate 27 giri . È un circuito molto stressante sia per le gomme anteriori che per quelle posteriori a causa di un mix di alte velocità, nuova pavimentazione e temperature dell'asfalto molto elevate, che si avvicinano o superano i 60 gradi”. Insomma, le normali gomme provate nei test si sarebbero usurate per tutti molto prima della bandiera a scacchi e da qui la scelta di riproporre una vecchia carcassa già provata in Austria nel 2018. “Ho sentito parlare di pneumatici di quattro o cinque anni fa – ha aggiunto Taramasso - ma non è così: era un tipo di costruzione che avevamo usato prima , ma le mescole erano le stesse del test. L'unica opzione possibile era quella di cambiare la struttura della carcassa, perché cambiare le mescole non sarebbe bastato per abbassare la temperatura di 15 o addirittura 20 gradi. Quindi abbiamo introdotto questo tipo di carcassa per alte temperature, e confermato le stesse mescole che avevano i piloti nei test. Il caso era già stato comunque utilizzato nel 2017 e nel 2018, quindi le caratteristiche erano già note ai team”.
Note, ma probabilmente impreviste, con alcuni costruttori che si sono trovati spiazzati. Anche se da qui a sostenere che Marc Marquez sia caduto a causa della gomma differente ce ne corre, con Taramasso che conclude: “Sinceramente nessuno dello staff tecnico è venuto a lamentarsi, chi conosce davvero i dati e le caratteristiche era a conoscenza della situazione già prima di venire in gara e non si è lamentato. Poi c'è una piccola minoranza di persone che si è lamentata , ma probabilmente non ha capito le opzioni tecniche o non era presente nelle prove. Attualmente abbiamo quattro modelli di carcasse, due anteriori e due posteriori, della nostra gamma, due standard e due progettate per resistere alle alte temperature. E utilizzeremo questi due quando riterremo che sarà fondamentale offrire più sicurezza ai piloti, perché per noi la sicurezza è al di sopra delle prestazioni”.