Nel peggior momento della sua carriera, quando tutto sembrava veramente finito, Mick Doohan è stato il punto di riferimento di Marc Marquez. Anche lui vestiva i colori di Honda, anche lui è praticamente resuscitato (grazie a quel dottor Costa che invece Marquez ha ignorato, ma che ha avuto ragione fin dal primo momento) e anche lui è tornato a vincere, e pure tanto, dopo che il buio sembrava aver preso il sopravvento. Lo ha raccontato proprio Marquez, riferendo di telefonate a Doohan nel cuore della notte, solo per farsi raccontare sempre di più e ancora una volta la sua storia di rinascita. Il suo inizio che è stato ancora. E adesso è Mick Doohan, invece, che parla di Marc Marquez e lo fa attraverso una intervista concessa a As.com
“Io conosco i suoi pensieri, io conosco ciò che gli passa per la testa, io penso di capire come si sia sentito Marc Marquez e come si sente – ha detto Doohan – Non tanto per quello che ci diciamo quando ci sentiamo, ma perché quello che ha passato lui l’ho passato in qualche modo anche io. Non è stato lo stesso infortunio, non è lo stesso tipo di problematica, ma le emozioni e le sensazioni sono quelle”. Una premessa doverosa, quella del campione australiano, prima di andare ad analizzare lo stato attuale delle cose. Quello di un Marc Marquez reduce dal quarto intervento chirurgico e che si prepara a risalire in sella. “Ha già dimostrato – ha detto ancora l’australiano – di essere uno dei migliori di tutti i tempi e di saper battere tutti con un braccio solo. Mentalmente è molto forte, perché ha vinto sei titoli MotoGP e non li vinci se sei uno debole di testa, non sarà un problema per lui tornare dopo sei mesi. Mentalmente è già pronto a competere con chiunque, di questo sono certo, ma bisogna capire come risponderà il fisico. Rischia di fare danni grossi se accelera i tempi, adesso deve solo concentrarsi sul braccio e tornare solo quando sarà veramente pronto. Non so se riuscirà a vincere quando tornerà, ma si merita di avere quell'occasione con se stesso e ha il diritto, oltre che il dovere, di provarci".