Alzi la mano chi non ha goduto quando ha visto la prima volta di Mick Schumacher in una gara ufficiale di Formula 1. Anche se l’abitacolo della sua Haas è bianco, blu e rosso poco importa perché l’ultimo colore, prima o poi, sarà quello principale per dare l’inizio, almeno si spera, ad una nuova Era targata Ferrari-Schumacher.
La lista dei figli che scendono in pista dopo i padri è lunga, da Graham a Damon Hill, Gilles a Jacques Villenueve, Nelson e Nelsinho Piquet, Jos e Max Verstappen. Ma sicuramente non è niente in confronto all’eredità leggendaria lasciata dal “Kaiser” a suo figlio. Sette titoli iridati e 91 vittorie con il solo Hamilton che sta raggiungendo quei record a distanza di venti anni su una Mercedes anni luce avanti alle altre.
C’è da dire che però la determinazione di Mick ricorda molto quella di Michael. In un’intervista a La Gazzetta dello Sport, “il biondino” ha fatto un bilancio su questo inizio di carriera. Dalla soddisfazione del Bahrein alla prima sul bagnato di Imola, Mick Schumacher sta centellinando gli obiettivi da raggiungere: “Vorrei vedere un miglioramento dall’inizio alla fine della stagione, questo è un anno particolare perché utilizziamo le vetture del 2020, bisogna essere preparati al meglio per il 2022, che sarà cruciale”.
Tra ricordi e prime volte. Mick Schumacher ha raccontato il momento preciso in cui disse ai genitori di voler diventare un pilota: “Ero con mio padre a Karpen, alla pista di kart. Stavamo chiacchierando e lui mi chiese se le corse erano soltanto un hobby o una cosa seria. Gli dissi subito che era la seconda opzione, loro mi hanno sempre sostenuto”. L’Italia e la Ferrari, i test del padre a Fiorano dove Mick era seduto sulla tribuna per lui tutto ha il sapore di casa. Il ragazzo è però legato ad un inaspettato particolare episodio legato alla carriera del padre: “Mi sono rimaste impresse le mie prime trasferte in Canada e in Australia, quando mio padre tornò a correre nel 2010 con la Mercedes, è stato speciale”.
Ama ciò che fai e lo farai bene. Il consiglio del padre è sempre stato quello di divertirsi, ma Mick Schumacher è diventato grande e non guarda più le monoposto come macchine veloci che corrono su una pista. Vuole far parte della storia della Ferrari: “Quando varco i cancelli sento il peso del suo cognome ma anche io voglio fare la differenza”. Dagli “amici” Jean Todd, che lo ha visto piccolissimo, e Sebastian Vettel “È bello avere persone come lui nel paddock” a Mattia Binotto “Ci parlo spesso e mi dice di godermi ogni attimo”, passando per Charles Leclerc “Eravamo insieme alla Prema ma ci conosciamo superficialmente” e Nikita Mazepin, suo compagno ma storico rivale, Mick Schumacher ha parlato della Haas: “Sono rimasto piacevolmente sorpreso dal team, è fantastico, siamo già in sintonia perché si respira un’atmosfera sempre positiva e quando un pilota si sente bene rende sempre meglio, sono ottimista per il futuro”. Mick Schumacher è il nuovo che avanza pronto a continuare la dinastia del padre, ma la strada è lunghissima e per adesso, meglio prima pensare divertirsi e poi a vincere.