È cosa nota, e che fa piangere il cuore dei tifosi del Cavallino: sono molti anni che Ferrari non aggiunge premi alla sua bacheca. Gli ultimi titoli vinti risalgono a quindici anni fa, periodo in cui alla presidenza c’era Luca Cordero di Montezemolo, che durante un’intervista su La7 a Piazzapulita ha discusso della crisi in cui versa la squadra: “Ferrari insieme alla mia famiglia è stata la cosa più importante della mia vita. Sono stato in Ferrari per venticinque anni, in due momenti diversi. Negli anni ’70 facevo l’assistente di Enzo Ferrari, facevo il diretto sportivo, abbiamo vinto il titolo con Niki Lauda, e poi negli anni ’90. È un discorso lungo, un po’ doloroso per me perché mi dispiace vedere la Ferrari così e non penso che sia una crisi di breve termine perché si tratta di ricostruire. E quando si tratta di ricostruire, si tratta anche di trovare sul mercato i migliori tecnici. Quando misi insieme la squadra, chiamata dream team, a parte il sottoscritto presi Todt, Domenicali, Ross Brawn, Rory Byrne. Poi arrivò Schumacher, ma arrivò due anni dopo. Quando sapevamo che il pilota avrebbe fatto la differenza. Anche all’epoca arrivavamo da un periodo di crisi, ma abbiamo costruito una squadra. Mi auguro che questo, seppure con grande ritardo, avvenga anche oggi andando a recuperare sul mercato alcuni tecnici fondamentali di qualunque nazionalità”.
La ricetta di Montezemolo per uscire dalla crisi: “Per vincere ci vuole competenza e bisogna portare cultura in azienda dove in certi settori è meno forte. Mi dispiace molto perché quest’anno mi sarei aspettato, al di là, dei discorsi trionfalistici che si fanno sempre, sbagliando alle presentazioni, mi sarei aspettato una vettura più competitiva. Un’evoluzione di quella dello scorso anno che nella prima parte della stagione era molto buona”. E sui piloti, passati e presenti, della Scuderia: “Lauda è stato uno degli amici più importanti della mia vita. Abbiamo iniziato a lavorare insieme, giovane direttore sportivo io mentre lui era un giovanissimo pilota, trascorso tanti anni uno al fianco dell’altro. Anche quando era in Mercedes eravamo rimasti grandi amici nonostante fossimo avversari. Schumacher è stato il pilota che ha vinto di più alla Ferrari, avevamo in comune una cosa: quando si vinceva lo si faceva tutti insieme, così come quando si perdeva. Spesso invece ci sono dei piloti che quando vincono è merito loro, quando perdono è colpa della squadra o della macchina. Leclerc è molto bravo, è un pilota velocissimo soprattutto sul giro secco. Sta vivendo un momento molto delicato della carriera. Perché pur essendo molto giovane passando gli anni e deve provare a vincere ed ha bisogno di una macchina competitiva”