Nei giorni scorsi, in una intervista concessa al canale ufficiale della MotoGP, Pedro Acosta aveva raccontato di contare i giorni che lo separano dal sogno di una vita: guidare una MotoGP e essere, di fatto, tra i 22 piloti più veloci del mondo. Prima, però, c’è una pratica da sbrigare che non ammette distrazioni: laurearsi per la seconda volta campione del mondo, dopo il titolo già vinto due stagioni fa in Moto3. Vincere in tutte le categorie prima di arrivare in classe regina è l’obiettivo che il giovanissimo fenomeno spagnolo s’era prefissato, rinunciando anche a salire in MotoGP prima del tempo. “Rossi, Marquez e i grandi campioni – aveva detto – ha seguito tutta la trafila, vincendo in ogni categoria. Io non voglio bruciare le tappe e voglio seguire lo stesso percorso”.
Così, dopo il difficile debutto con tantissime cadute nella classe di mezzo, per Pedro Acosta è arrivato anche il tempo della nuova maturità in questa stagione, con il dominio dello spagnolo che è stato messo in discussione dal solo Tony Arbolino, l’unico in grado di batterlo e tenergli testa. I punti di vantaggio dello spagnolo, dopo l’Australia, sono 56 e in Thailandia, quindi, Acosta avrà il primo match point per laurearsi campione del mondo.
Sarà necessario, però, che Tony Arbolino non arrivi tra i primi dieci laddove Acosta dovesse riuscire a vincere o che non arrivi tra i primi 15 laddove Acosta dovesse arrivare secondo. Combinazioni che, almeno al momento, fanno pensare che lo spagnolo dovrà aspettare ancora un fine settimana di gara prima di festeggiare. Chi farà quasi sicuramente festa, invece, saranno Aki Ajo e quelli della sua squadra, visto che i punti nella classifica per team sono abbastanza da dormire sonni tranquilli e considerare praticamente già nel cassetto il terzo titolo consecutivo. Un record che va ad aggiungersi a quello che lo stesso Pedro Acosta, se si verificheranno le due situazioni prospettate, potrebbe agguantare proprio a Buriram, diventando il campione del mondo più giovane nella storia della Moto2 (19 anni e 157 giorni).
Due anni fa, per pochissimi giorni, aveva mancato il record di essere il più giovane campione del mondo della storia, lasciando lo scettro nelle mani di Loris Capirossi. Questa volta, invece, dovrà eventualmente dividere lo scettro con Dani Pedrosa per quanto riguarda la classe di mezzo, visto che l’oggi collaudatore di KTM aveva vinto il Mondiale 250 a 19 anni e 18 giorni. “Dei record francamente mi importa poco – aveva detto qualche giorno fa Acosta – è chiaro che mi farebbe piacere, ma quello che conta davvero per un pilota è vincere e diventare campione del mondo. Voglio riuscirci prima di andare a confrontarmi con i grandi campioni della MotoGP”.