Pedro Acosta è un personaggio. E, secondo molti, è esattamente il personaggio di cui la MotoGP ha bisogno. Lui, il fenomeno di Mazaron, ne è ben consapevole e sembra prestarsi senza troppi problemi al ruolo di quello che arriverà per spaccare tutto. Non tanto dal punto di vista dei risultati, visto che al primo anno di MotoGP solo Marc Marquez è riuscito a fare il botto, ma sul piano dell’atteggiamento da tenere nel paddock.
Lo ha confidato lui stesso ai colleghi del canale ufficiale della MotoGP, spiegando d’essere stufo del buonismo dilagante che c’è tra i box e pure fuori dai circuiti. “Io penso di essere o comunque voglio essere ciò che a me piacerebbe vedere in televisione se fossi ancora uno spettatore – ha detto il ragazzino della Murcia - La gente vuole vedere battaglie in pista e festeggiamenti, mentre ora sono tutti amici e hanno tutti un buon rapporto. La gente vuole vedere rivalità come Pedrosa contro Lorenzo, Marquez contro Valentino Rossi, Lorenzo contro Marquez, Rossi contro Gibernau. Questo è ciò che vuole il pubblico: Verstappen, ad esempio, è super aggressivo in F1 e il pubblico lo ama per questo”. Idee chiarissime, quindi, e nessun timore reverenziale in vista del suo debutto nella massima serie, dopo aver rischiato pure di non trovare una sella e dover restare in Moto2 per una intera stagione.
“Ho intenzione di imparare da tutti, capire come funziona l’elettronica, le alette, l’aerodinamica e tutto ciò che rende una MotoGP profondamente diversa da tutte le altre moto da corsa – ha affermato ancora Acosta provando a immaginare la sua prima stagione tra i migliori piloti del mondo - Penserò solo ad andare in pista, a divertirmi e ad imparare da Augusto Fernandez, Dani Pedrosa, Brad Binder e Jack Miller”. Proprio l’australiano, senza saperlo, sembra aver preso subito alla lettere l’invito a farsela finita coi falsi buonismi fatto da Pedro Acosta. All’attuale pilota del Team KTM Factory, infatti, hanno chiesto quanto avesse temuto realmente di perdere il posto sulla moto ufficiale proprio in favore del giovanissimo campione spagnolo.
“Io non voglio sembrare arrogante o presuntuoso – ha risposto seccato Jack Miller – Sono uno che si espone e quindi sono più soggetto a ricevere critiche e a essere messo in discussione. In questa stagione ho ottenuto un paio di podi se includiamo le gare Sprint e alcuni risultati davvero decenti. Il tutto in sole undici gare con questa moto. Eppure dicevano (i giornalisti, ndr) che io ero quello che avrebbe dovuto tornare a casa per fare spazio a Pedro Acosta . L'unica cosa che posso dedurre ora è che quella era l’unica cosa che avrebbe potuto fare i click sui loro siti e per questo era stata messa in giro quella voce. Ma la verità è che di queste cose non me ne frega un cazzo e vado avanti per la mia strada”