Le Olimpiadi di Tokyo ci hanno regalato, in dieci minuti secchi, un pezzo della nostra storia. Due medaglie d’oro nell’atletica leggera, regina dei giochi, una dietro l’altra. Prima Gianmarco Tamberi, con un salto di due metri e trentasette, l’oro ad ex aequo con Barshim. Poi Marcell Jakobs, centometrista che pareggia il record di Usain Bolt chiudendo con 9”80. E le foto, insieme con il tricolore sulle spalle, vincitori dove nessuno gli avrebbe dati per vincenti. È quantomeno curioso che entrambi, ognuno a modo proprio, abbiano avuto l'amore per le moto in casa. Perché l’Italia è anche questo, da Tony Cairoli a Valentino Rossi. Il paese che ha inventato motorvalley, tra gare a tarallucci e vino e di tutto quello che c’è nel mezzo.
Jakobs, in un’intervista ad Elle prima di Tokyo 2020, ha raccontato il primo ricordo della sua infanzia, a Desenzano. Marcell ha cominciato a correre a piedi per andare forte come il resto della sua famiglia, che però le corse le faceva in moto: “Nel mio primo ricordo da piccolo sono a Desenzano del Garda, corro velocissimo in cortile. Mio nonno Osvaldo sorride. “Motoretta, ma dove vai?”, mi chiede. Tutta la famiglia di mia madre Viviana praticava il motocross, ma lei mi disse subito che non mi avrebbe lasciato andare in moto. Troppo pericoloso! E allora imitavo gli altri: correvo in giro, simulavo i salti sulla rampa del garage, facevo il matto e i suoni con la bocca. Brrruumm!”. Trasuda empatia perché è quello che facevamo anche noi. Far finta di andare veloce come i grandi, a piedi e in bicicletta, morsi da una passione che ti travolge e che non c'è nemmeno il bisogno di coltivare.
Sabrina Piastrellini, madre di Gianmarco Tamberi, riporta il racconto al motociclismo intervistata su Rai2 Al Circolo degli Anelli: “Se non ci fosse stata Chiara (la nuora, ndr.) Gianmarco non sarebbe stato lì e di questo sono convinta”, ha raccontato. “Ringrazio lei e tutta la sua famiglia, perché sono stati molto incisivi ed importanti per Gianmarco. Il loro affetto, la loro educazione, il loro modo di fare, l’accoglienza… Non ci dimentichiamo che il papà di Chiara è stato un grande campione della Superbike, Piergiorgio Bontempi. Loro capiscono perfettamente cosa sono le emozioni dello sport”.
Lo capiamo anche noi. E sarà un caso, ma per una volta è bello pensare che sia statistica. Perché l'Italia è anche questo, mettere il motore nell'atletica leggera.