Largo ai giovani. I giorni di test MotoGP del Qatar sono stati un concentrato per i debuttanti Enea Bastiani, Luca Marini e Jorge Martin, chiamati ad assorbire in tempi record i segreti della classe regina. Rispettivamente primo, secondo e quinto nella classifica Moto2 dello scorso anno, i due italiani e lo spagnolo si sono confrontati con pregi e difetti della Ducati, potente e veloce, ma anche fisica e aggressiva.
Forte del titolo in Moto2, Enea Bastianini ha confermato di essere un talento naturale e in occasione dei test ha mostrato l’approccio giusto: calmo, concentrato e soprattutto in costante miglioramento. Giro dopo giro ha preso confidenza e nel long run del quinto giorno ha mostrato un bel passo. La tempesta di sabbia al sesto giorno ha sbaragliato un po’ i programmi, soprattutto il lavoro sul giro singolo, ma il bilancio per il campione del mondo Moto2 è sicuramente molto positivo. A suo vantaggio, gioca anche una bella squadra di grande esperienza con tanti uomini che arrivano dal team factory, quello di Andrea Dovizioso, a partire da “Pigiamino”, ex capotecnico del Dovi. “Il debutto? È stato fantastico. Il primo pilota che ho incontrato in pista è stato Valentino. Incredibile”, ha raccontato Enea, sorridendo. “Il bilancio dei cinque giorni di test è molto positivo. Il primo impatto è stato molto fisico e piano piano ho trovato un ritmo consistente. Mi ha impressionato la velocità e la potenza della Ducati. La moto è aggressiva e quindi occorre imparare a conoscerla e a guidarla al meglio. Faccio ancora errori molto banali, che mi derivano da uno stile più adatto alla Moto2. Sono sereno perché abbiamo molto margine”.
Soddisfatto anche il campione del mondo della Moto3 2018 Jorge Martin, che su YouTube ha raccontato agli appassionati non solo la sua esperienza in pista ma anche i due giorni di isolamento nell’attesa del test del Covid. Una parola su tutte riassume l’esperienza dello spagnolo nel team Pramac: “bestial”. “Il passaggio dalla Moto2 alla MotoGP è bestial. La potenza, la velocità sul rettilineo, la frenata… la moto sembra un dragster, brutral. E poi ritrovarsi in pista con Valentino Rossi, il mito da quando ero bambino. E poi Maverick (Vinales) o Aleix (Espargaro), che sono degli amici”. E ancora: “tra il primo e il quarto giorno ho abbassato il mio tempo di 4 secondi, un lavoro bestial. Mi sento a mio agio con la moto e con il team. Ho fatto un long run di 14 giri con un buon ritmo e qualche prova di time attack. Soddisfatto e consapevole che ho tanto margine di miglioramento”. Animale da gara, Martin si è confermato un talento naturale come Enea, anche se molto più aggressivo, come dimostrano le quattro cadute. Certo, se saputa sfruttare positivamente, tanta aggressività può fare differenza in qualifica come in gara per tirare fuori quel decimo in più o osare un sorpasso altrimenti impossibile.
Buono anche il debutto di Luca Marini, che ha mostrato una grandissima capacità nell’analisi dei dati, una maturità che porterà grandi frutti. “l’ultimo giorno ho analizzato il mio passo e i tempi degli alti piloti e preparare il piano d’azione per il Gran Premio. Dobbiamo ancora migliorare qualcosa sull’anteriore, qualcosa che mi aiuti a far girare la moto in modo più semplice nell’ultima parte dell’entrata di curva, ma soffro anche in frenata, per cui mi sono organizzato il programma di lavoro per le FP1 e FP2. Studiano i dati dei piloti Ducati con più esperienza (Bagnaia, Miller e Zarco) mi sono accorto che Jack usa la moto in modo strano, diverso dagli altri. Riesce a estrarre al meglio il potenziale di una Ducati facendola girare come una Yamaha. Lo stile di Pecco è più simile al mio ed è più semplice confrontare i suoi dati con i miei. Zarco guida in modo originale, non è facile seguirlo. Quanto al primo GP userò le prove per continuare a lavorare sull’anteriore e anche il time attack che non ho avuto modo di provare”.
Ma per individuare il più promettente tra i tre giovani debuttanti in vista di domenica 28 Marzo, prima gara di campionato proprio a Losail, abbiamo chiesto a Carlo Pernat: “vedo molto bene sia Enea che Martin. Lo spagnolo è molto aggressivo per cui in gara potrebbe fare la differenza. Enea è veloce come Martin, ma più saggio e riflessivo per cui ha le stesse garanzie di arrivare in fondo, forse di più. Se questi ragazzi affronteranno la prima gara con serenità, soprattutto mentale, non escludo un risultato nella top 10”.