Voto 0 a Pol Espargarò. Honda è in difficoltà, Marc Marquez non c'è e tu hai un contratto in scadenza; c'è solo una cosa da fare: portare la gloriosa RC213V del glorioso Team Repsol sotto la bandiera a scacchi. Al di là del piazzamento, al di là del risultato. Invece Pol che fa? Si stende, intignandosi per tenere il passo dei primi nel giorno in cui suo fratello, considerato meno talentuoso e pure più sfigatello, va a vincere per la prima volta in MotoGP nella sua carriera e portando sul gradino più alto del podio, sempre per la prima volta, l'Aprilia. Non ci resta che piangere (di gioia per Aleix)!
Voto 1 alla logistica. Ok la guerra, ok la crisi, ok tutto, ma che per una gara di MotoGP arrivino tutti tranne le moto fa un po' ridere. Per carità, don Carmelo Ezpeleta poi l'ha risolta alla grande, concentrand tutto in due gare, ma gli aerei cargo che non garantiscono la consegna del cargo fanno un po' ridere. Dai, su!
Voto 2 a Ducati. Jorge Martin l'ha detto chiaramente: siamo tornati indietro con i setting, avvicinandoci il più possibile alla moto dello scorso anno. Qualcosa di molto simile l'ha detto anche Luca Marini. Dovrebbe bastare per uscire fuori dal box del Team Lenovo e ammettere che forse la moto di quest'anno è sbagliata e c'è da fare un passetto indietro. E' vero che Pecco ha fatto un gran recupero, ma non può bastare. Correre ai ripari per correre meglio!
Voto 3 alla scelta di Andrea Dovizioso. Ha respinto ogni corteggiamento da parte di Aprilia per salire su una Yamaha che se si chiamasse Ronzinante non sarebbe un insulto. Eppure, dopo anni in Ducati, l'Aprilia sarebbe sicuramente stata una moto più adatta alle sue caratteristiche di staccatore con quell'avantreno granitico che l'RS-GP si ritrova. Lui, il Dovi, invece ha preferito Yamaha, con un team appena nato e poche garanzie. Il risultato? Male in Qatar e poi due ritiri. Sliding doors?
Voto 4 a Yamaha. Quando a Fabio Quartararo non riescono i miracoli, la Yamaha scompare. Null'altro da dire, vostro onore!
Voto 5 a Johann Zarco. L'errore deve farlo sempre e qualche volta è irreversibile. Gli è successo anche in Argentina, solo che il buon Johann deve stare attento, perchè in Ducati i giovani crescono e promettono benone e il rischio di restare senza sella è alto...decisamente alto. L'impressione, inoltre, è che soffra un po' troppo l'esuberanza del compagno di box, ma così non è "essere campione". Daje!
Voto 6 a Enea Bastianini. Solita rimonta, ma anche erroraccio per la troppa foga. Alla fine ha portato a casa un buon risultato, ma quel lungo poco dopo metà gara ha rischiato di costargli veramente troppo, soprattutto in un GP che ha visto protagonista il suo diretto avversario verso il sogno del team ufficiale Ducati! Attento che cadi!
Voto 7 a Suzuki. Zitti zitti ce li ritrovi sempre. Questa volta con Rins avanti e Mir appena dietro e se il campionato mantiene questo equilibrio la possibilità di veder ripetuto il 2020 è più che concreta. Quando "bravi, ma non bravissimi" può bastare.
Voto 8 al Team Mooney VR46. Non ci credeva nessuno, sembrava più una grande operazione commerciale che una vera avventura sportiva, invece dominano in Moto2 con Vietti e stanno facendo bene in MotoGP con Marco Bezzecchi e Luca Marini. Bezzecchi, poi, in gara ha anche messo le ruote davanti al compagno di squadra che era partito dalla prima fila, dimostrando di avere un gran manico e catalizzando le attenzioni di Ducati. Velocità perfetta vuol dire solo esserci, essere là!
Voto 9 a Fabio Quartararo. Chiunque altro avrebbe mandato a fan*ulo tutti già da sabato. Quanta pazienza!
Voto 10 a Jorge Martin. Questo qua è forte davvero: ha la follia giusta, è veloce come pochi e quando serve è anche capace di accontentarsi. In Argentina ha capito che Aleix Espargarò voleva vincere a ogni costo e lui, Jorge, ha desistito senza starla a tirare troppo per le lunghe. Oggi è l'uomo di punta di Ducati, perchè i numeri parlano chiaro, e è anche l'unico pilota che in tre gare è sempre partito dalla prima fila. L'eredità di Marc Marquez, a nostro avviso, è di questo ragazzo qua. Chapeau!
Voto 10 e lode a Aprilia. Una goduria pazzesca, una favola che si rinnova, il ricordo degli anni coi cinquantini e l'odore di miscela segnati da quella A sulle carene o sullo scudo degli scooter. Aprilia è la storia di tutti noi che da ragazzini ci siamo innamorati delle motocociclette. Aprilia è la metafora di chi è diventato grande e ha voluto diventare ancora più grande. Belli da farne un vanto!