Franco Morbidelli e Pol Espargarò sono stati i più conservatori: hanno infatti utilizzato solo tre dei sette motori a disposizione delle loro squadre in questi primi nove GP della stagione. Per tutti gli altri piloti, invece, sono stati quattro i motori fatti funzionare in prova o in gara, secondo i dati diffusi da motogp.com. Fugata, quindi, ogni preoccupazione dopo che lo scorso anno molti piloti, e in particolare quelli di Yamaha, si sono ritrovati a fare i conti con un finale di stagione da cardiopalma proprio a causa dell’impossibilità di sforare il limite di propulsori utilizzabili. Quest’anno i team sembrano essersi organizzati meglio e, verosimilmente, le case costruttrici hanno limitato un po’ le potenze in favore di una maggiore durata, così da non ritrovarsi agli ultimi gran premi con l’ansia di dover partire dall’ultima fila per il ko dei motori (come era accaduto a Maverick Vinales).
Per tutti i piloti dello schieramento i motori a disposizione sono comunque ancora tutti utilizzabili, con le uniche eccezioni di Franco Morbidelli, Marc Marquez e Luca Marini, che ne hanno già fatto fuori uno a testa, e di Alex Rins che, invece, ne ha già messi fuori uso due. A proposito dello spagnolo di Suzuki, il suo dato è piuttosto singolare, perché uno dei due motori ritirati, in realtà, non ha mai corso. “Il numero 4 – spiega Crash.net – è scomparso dopo il Mugello, pur non avendo gareggiato. E’ possibile che ci sia stato un guasto esterno che lo abbia reso inutilizzabile”. Rins e Suzuki, invece di ricorrere ad una nuova unità hanno scelto, tuttavia, di agire in conserva, rispolverando i motori 1 e 2 con cui aveva iniziato la stagione e che erano finiti “in cantina”. Quando all’altro motore messo fuori uso da Rins, invece, sarebbero state fatali le cadute di Jerez e Le Mans.
Mistero di Rins e Suzuki a parte, la situazione per quasi tutti i team sembra ampiamente sotto controllo, ma tutti hanno scelto di limitarsi perché, di fatto, non si conosce ancora il numero di date che restano di questo mondiale di MotoGP. Il calendario, infatti, è in continua evoluzione e il Covid19, che è tornato a preoccupare in molti paesi del mondo, potrebbe far annullare gran premi in favore di altri, offrendo anche una ulteriore coda alla stagione. Gli unici che possono stare tranquilli da questo punto di vista sono quelli di Aprilia. Il team di Noale, infatti, può contare, in virtù delle concessioni, di ben nove motori e non è escluso che già dal RedBull Ring i tecnici italiani sceglieranno di liberare ulteriori cavalli per la RS-GP, rischiando qualcosa in termini di affidabilità. Che la moto di Aleix Espargarò e Lorenzo Savadori ha ancora molto da dare in termini di potenza e velocità di punta è cosa nota nell’ambiente e la curiosità di capire quanto margine ci sia ancora potrebbe essere definitivamente soddisfatta già dal primo dei due round austriaci.