Campioni, ma senza essere mai stati campioni. E’ la sorte che è toccata ad alcuni grandi della MotoGP che, pur avendo vinto tanto, non sono mai riusciti a mettere le mani sul titolo mondiale. I colleghi della testata spagnola Motosan hanno deciso di andare un po’ indietro nel tempo e di fare una speciale classifica con i nomi dei cinque piloti rimasti “a bocca asciutta”. Sia inteso, stiamo parlando di fenomeni che hanno comunque fatto la storia delle corse in moto, ma che si ritrovano con il salone di casa senza quel trofeo che, invece, avrebbero meritato per quanto mostrato in pista nel corso delle loro carriere.
Al quinto posto c’è un italiano: Andrea Iannone. Il pilota abruzzese ha visto la sua carriera interrompersi per l’ormai nota vicenda del presunto caso di doping quando era in sella all’Aprilia. Una moto che oggi, con Aleix Espargarò, s’è giocata il titolo mondiale fino alla penultima gara e che probabilmente con l’italiano in sella avrebbe potuto contare su un quid in più. Iannone in carriera ha conquistato 13 vittorie senza mai laurearsi campione del mondo, anche se adesso c’è chi giura che è pronto a ritornare. Ovviamente non nel motomondiale, ma in SBK. Per il momento, però, l’abruzzese sembra concentrato su ben altre avventure, vista anche la storia pubblicata oggi su Instagram con la sua nuova fiamma, Elodie.
Quarta piazza per Randy Mamola. L’americano è salito sul gradino più alto del podio per 13 volte, così come Andrea Iannone (ma quasi tutte in 500), guadagnandosi l’appellativo di “eterno secondo”. Erano gli anni di piloti dal talento assoluto e per Mamola, complice anche uno stile di guida un po’ troppo irruento, non è rimasto molto da fare se non accontentarsi del poco spazio che c’era. Non abbastanza per conquistare un titolo mondiale, ma abbastanza per affermarsi per ben 4 volte come vicecampione del mondo.
Sul gradino più basso del podio, quindi al terzo posto, c’è invece un pilota che viene spesso dimenticato e che invece ha avuto una gran bella carriera. Si tratta del finlandese Mika Kallio, oggi collaudatore per KTM in MotoGP, che ha vinto la bellezza di sedici gare nel motomondiale. Nessuna di queste, però, è stata in classe regina, con Kallio che ha vinto sette GP in 125 (due volte vicecampione del mondo) e 5 in 250. Poi, dopo essere salito di categoria in MotoGP per due stagioni, è tornato nella classe intermedia quando già i motori 2 tempi erano stati sostituiti dalle Moto2 e ha vinto per altre 4 volte.
Secondo posto, nella speciale classifica di Motosan, per Alex Rins. E’ l’unico dei piloti della Top5 ancora in attività e, quindi, è anche l’unico che può sperare ancora di uscirne, magari già dall’anno prossimo quando sarà in sella alla Honda del Team di Lucio Cecchinello. Rins ha vinto nel motomondiale per 17 volte: 8 in Moto3 (vicecampione del mondo nel 2013) e 4 in Moto2, oltre ai cinque successi ottenuti in MotoGP con un terzo posto nel mondiale come miglior risultato nel 2020, lo stesso anno in cui il suo compagno di squadra Joan Mir si è laureato campione del mondo.
Con 20 vittorie nel motomondiale, si aggiudica “il mondiale dei non campioni del mondo”, Ralf Waldmann. In pochi, probabilmente, lo ricorderanno, ma è stato uno dei piloti dalla guida più aggressiva e spettacolare della storia recente delle corse in moto. E’ stato nel mondiale per ben 11 anni dal 1989 al 2000, divenendo uno degli ossi più duri dell’allora Categoria 250. Anche in 125 si era fatto valere, vincendo per ben 6 volte grazie a un modo di stare in pista “quasi senza regole” , prima del passaggio in 250, dove è stato un avversario terribile persino per l’allora imbattibile Max Biaggi, salendo sul gradino più alto del podio per 14 volte. Purtroppo Waldmann è anche l’unico di questa Top5 che non c’è più, visto che un attacco cardiaco lo ha strappato alla vita nel 2018, quando aveva solo 51 anni.