Enea Bastianini a Silverstone vince la Sprint del sabato e la gara domenica: 37 punti nel suo carniere, terzo posto nel mondiale e la consapevolezza quasi materiale di poter lottare per questo titolo dopo aver sistemato la qualifica. Carlo Pernat è felice, sta sotto al podio col fiatone. In 75 anni di motomondiale la verità che si è ripetuta più spesso è quella che ci hanno regalato oggi: il talento trova una strada. Si potrebbe dire che quello che abbiamo visto da Enea è il viaggio dell’eroe, il nome si presta e l’impresa anche, oppure attaccare questa Ducati che l’ha lasciato andare via per Marc Marquez.
Lasciamo stare questa roba per un momento e godiamoci la potenza di una reazione come quella avuta qui da Bastianini: passi un anno sulla moto più veloce della storia ma non puoi guidarla, il tuo compagno di squadra vince tutto, altri vengono per portarti via il posto e alla fine ce la fanno pure, al punto che ti ritrovi a fare due passi indietro, senza quella moto e senza il team ufficiale in un colpo solo. Lui ha alzato le spalle e costruito due vittorie in due giorni. Se uno ha la forza per reagire così, i 49 punti di distacco dalla testa della classifica (dove è tornato a stare Jorge Martín) sono veramente pochi, specialmente in un campionato che è appena a metà e in cui si corrono due gare a weekend. Dicono che la vita sia soprattutto il modo in cui reagiamo a ciò che ci accade, probabilmente è vero. Lui però, Bastianini, di mondiale e rinascita non ha troppa voglia di sentir parlare, almeno oggi: “Ho analizzato la prima parte di stagione e non mi sento in lizza per il mondiale, però può cambiare tutto. Posso diventare più forte nel giro di poco, anche in qualifica che come ho detto è quello che mi manca di più. Ad oggi mi piacerebbe più che altro pensare gara per gara e cercare costanza in qualifica, che è quello che mi è mancato di più”.
Enea parla così dopo la conferenza stampa, aggiungendo che l’idea di portare a casa il GP ha cominciato a farsi strada in lui solo nell’ultimo quarto di gara: “Ho capito che si poteva vincere negli ultimi cinque giri, perché prima Jorge è stato molto forte, non riuscivo a prendergli un metro, poi boh, perché Pecco era vicino. Però dì… alla fine quando ho visto che gli stavo mangiando quel decimino mi sono detto che bisognava provarci e ce l’ho fatta”.
Più tardi, in diretta su Sky, lo si vede scattare foto, brindare, mettersi in posa, chiacchierare con tutti. È una festa vera, quella di uno che si metterebbe volentieri a rotolare nel box addormentandosi lì. Mentre l’Italia delle Olimpiadi impara a pesare i sacrifici e a celebrare i quarti posti con un approccio nuovo, Enea Bastianini si è preso tutto, ma lo ha fatto con la stessa mentalità di quegli atleti lì, un passo alla volta, puntando su sé stesso: “Ho voltato pagina già da inizio anno perché fisicamente parlando mi sento molto meglio. Poi è ovvio che adesso mi sento più in forma, un tutt’uno con la moto. E quello facevo più fatica, l’anno scorso lo cancello perché è stato un disastro: l’anno scorso ho vinto in Malesia ma senza saperne il motivo, ripartiamo da qui. Questo weekend c’era una bella atmosfera, mi sono trovato bene da subito da venerdì. Non abbiamo dovuto fare grosse modifiche, grosse cose. Ero fiducioso sia in qualifica che nella sprint che in gara. Il Team sa benissimo cosa cerco e cosa mi serve per essere veloce, quindi è tutto un po’ più semplice”.
Tra due settimane si corre in Austria, al Red Bull Ring: Enea ci arriverà con la testa abbastanza libera da poterci mettere dentro delle idee meravigliose.