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No al calcio moderno,
no all’Isola dei famosi.
Sì a Gazza, sì a Vinnie Jones

  • di Lorenzo Monfredi Lorenzo Monfredi

6 febbraio 2021

No al calcio moderno, no all’Isola dei famosi. Sì a Gazza, sì a Vinnie Jones
Il 6 febbraio di trentatré anni fa, Vinnie Jones strizzava le palle di Paul Gascoigne, nel corso di un match valido per la FA Cup. Un gesto intimidatorio immortalato da un celebre scatto, oggi più nostalgico che mai. Perché trent’anni fa, Ibra e Lukaku non sarebbero stati ammessi negli spogliatoi e a Gazza Gascoigne non sarebbe mai venuto in mente di partecipare all’Isola dei Famosi

di Lorenzo Monfredi Lorenzo Monfredi

Sabato 6 Febbraio 1988, Sud Ovest di Londra, sponda buona del Tamigi. Wimbledon è un quartiere pulito, fulcro della palla gialla, delle racchette e dell’erba tagliata al millimetro. Ma quel giorno a Wimbledon si gioca un’anonima partita di FA Cup, la più antica competizione del calcio inglese. In campo i padroni di casa, il Wimbledon FC, contro i trasfertisti bianconeri del Newcastle United.

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Vinnie fucking killer Jones

Il campo di gioco non è il Centre Court dell’All England Lawn Tennis Club, ma Plough Lane: due settori coperti con lamiere, terraces che digradano verso il rettangolo di gioco, riflettori ad angolo e le inferriate dipinte di gialloblù, i colori del Wimbledon FC.

Erano altri tempi. E no, non è la solita retorica sdolcinata della nostalgia. Negli anni 80, l’Inghilterra attraversava una profonda fase di transizione economica, c’era l’IRA che bombardava e la Thatcher che voleva invadere le Falkland, gli skinheads si associavano al British National Party, il punk moriva e l’eroina lasciava buchi nelle braccia. 

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Vinnie Jones in un ritratto del 1996. Con una faccia così vuoi non fare l'attore? E infatti

Anche per il calcio vale lo stesso principio. Era un altro calcio, fatto di leggende d’oltremanica. La Premier League non era Premier League ma First Division, gli hooligans viaggiavano in intercity indossando Lacoste e Stone Island e i calciatori professionisti bevevano birre come fossero integratori pre-workout. In Inghilterra gli arbitri tolleravano almeno due entrate killer prima di estrarre i cartellini. Si giocava a lanci lunghi e sterminate corse sulle fasce laterali.

Quel 6 febbraio 1988 in campo c’erano due giocatori che sarebbero diventati, per motivazioni opposte, due leggende. Uno, soprattutto, è diventato un semidio. Nel Newcastle giocava Paul Gascoigne. Gazza. Il matto del calcio. Forse il giocatore inglese con la migliore tecnica di sempre. Un fuori di testa, Gazza. Su di lui si è detto di tutto, ma la cosa divertente è che lui avrà combinato almeno il triplo di quello che si racconta sul suo conto. L’altro giocatore-simbolo della partita? Beh, a marcare Gazza c’era Vinnie Jones, un killer, espulso ben 12 volte in carriera.

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Paul Gascoigne, durante la sua prima visita a Roma da neo Laziale, nel 1991

Ci si giocava l’accesso al turno successivo, partita secca. Purtroppo, in campo non fu un bello spettacolo. Noioso 0-0. Il Wimbledon poi avrebbe vinto l’FA Cup e avrebbe battuto il Newcastle al St. James’ park fuori casa per tre a uno nella ripetizione del match.

Ma in quei 90 minuti di reti inviolate, emerge uno scatto fotografico dall’incommensurabile valore storico: Vinnie Jones, con una faccia da sicario a pagamento, stringe le bollocks di Gazza Gascoigne. Sì, gli strizza le palle. Letteralmente.

“Volevo ammazzarlo” avrebbe detto anni dopo Vinnie Jones in un confronto a talkSport con lo stesso Gazza.

“Perché? Beh, tutti mi dicevano che nel Newcastle giocava ‘sto ragazzo che aveva un sacco di femmine appresso, anche il giorno del match durante il riscaldamento delle fighette gli lasciarono cioccolatini e fiori. Eh no pensai, devo ammazzarlo uno così. Metti che mi fa tre gol, oggi? Che figura ci faccio? Nah, non posso farlo accadere”. 

Ok, fantastico. Ma perché strizzargli i gioielli di famiglia?

“Beh, mi aveva provocato,” continua Vinnie Jones “quando siamo entrati in campo mi prendeva per il culo, diceva: ‘oh ma vi danno almeno cento sterline di rimborso spese per giocare stasera?’, the cheeky bastard!”.

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Paul Gascoigne abbassa i pantaloni (e le mutande) di Paul Ince, durante una partita tra Moldavia e Inghilterra Under 21, nel 1996

Gascoigne, d’altronde, è sempre stato così. Provocatore e stupido, istrionico figlio di buona donna. L’espressione ormai abusata di genio e sregolatezza è fatta su misura per lui. Le mille battute, il rutto in conferenza stampa, le sceneggiate, le sbronze, i gol in cui semplicemente non riuscivi a prenderlo perché manteneva la palla incollata al piede. Vinnie Jones invece era un picchiatore. Puro e chiaro. Ora fa figo dire “centrocampista di interdizione”, ma la verità è che gente come Vinnie doveva solo spaccarti la tibia e morderti le caviglie.

Erano proprio altri tempi. Oggi ci scandalizziamo perché due uomini come Lukaku e Ibrahimovic hanno un contatto cranio a cranio. Trent’anni fa, Ibra e Lukaku sarebbero stati presi per il culo dai rispettivi compagni di squadra, se non si fossero almeno spintonati e sputati in fronte.

Oggi Gazza va all’Isola dei Famosi, Vinnie Jones recita in film e serie tv di stampo british, appare anche in The Snatch di Guy Ritchie. Più Gazza, più Vinnie Jones.

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