Il sabato del GP d’Austria è un’immagine sola: curva uno, cento metri dal via, un nuvolone di piloti finisce fuori. Cadono Marco Bezzecchi, Miguel Oliveira e Johann Zarco. Rimangono coinvolti Augusto Fernandez (chiuderà 17° e ultimo), Fabio Quartararo (15°), Maverick Vinales (8°) e Jorge Martín, a cui viene addossata buona parte della responsabilità della manovra.
Anche se, guardando le immagini dall’alto - e ascoltando i piloti dopo la gara - sorge più di qualche dubbio. A raccontare le cose in maniera piuttosto obiettiva è stato Pecco Bagnaia, che prima di difendere Martín (primo rivale per il titolo) e non prendere le parti di Marco Bezzecchi deve aver riguardato le immagini almeno una dozzina di volte: “Tutto è nato dalla partenza di Vinales, sono arrivati alla prima curva che erano in quattro o cinque. Quando ha visto che Quartararo lo stava passando Vinales ha chiuso molto, Quartararo ha lasciato i freni e ha preso Jorge. È stata una circostanza evitabile secondo me, Fabio e Jorge partivano più indietro e si sono lanciati in avanti, arrivavano ad una velocità diversa rispetto a Maverick. Secondo me Jorge ha cercato di stare lontano dai guai ma ci è finito dentro per tutta una serie di cose causate da Vinales e Quartararo. Però è molto difficile da giudicare, così come dare la colpa a qualcuno. Penso che bisognerebbe solo stare più attenti alla prima curva senza pensare di passare sei piloti in un colpo solo”.
Guardando la sequenza effettivamente è così, il primo movimento è innescato da Vinales che si tocca con Quartararo, il quale finisce contro Martín. La Direzione Gara specifica piuttosto in fretta che l’incidente (per cui si sarebbe potuta scomodare senza troppi drammi una bandiera rossa) sarebbe stato giudicato dopo la corsa. Così ci troviamo con un Jorge Martín indiavolato dalle qualifiche, quando gli è stato tolto il giro buono per la regola del verde, impegnato in una gara alla Marc Marquez, col sangue agli occhi e la schiuma alla bocca per una situazione che era convinto di non meritare. A differenza di Marc Marquez però, quando scende dalla moto dopo il terzo posto si inginocchia, resta immobile per qualche istante e scoppia a piangere: “La mia testa è esplosa, non capivo più niente”, ci ha raccontato in conferenza stampa dove, oltretutto, si è presentato con un abbondante quarto d’ora di ritardo dopo un lungo colloquio in Safety Commission.
Ok, ma perché si è creata questa situazione? I piloti ce lo hanno spiegato bene a Jerez quest’anno, quando sia il sabato che la domenica le gare sono cominciate in modo simile. Questo perché col clima adatto - come oggi in Austria - si può spingere dall’inizio alla fine senza pensare al degrado della gomma. Così chi parte davanti, come Bagnaia, passa tutta la gara a martellare tempi ad un secondo dalla pole, mentre chi parte dietro - come Jorge Martín o Fabio Quartararo - prova la partenza della vita con l’unico obiettivo di guadagnare posizioni.
Attorno alle 19 di sera arriva una comunicazione ufficiale da parte dello Steward Panel (firmata però alle 18:20) in cui viene comunicata la penalità di un long lap a Jorge Martín per il “prossimo GP a cui prenderà parte”, che poi viene specificato essere il GP d’Austria memori della querelle con Marc Marquez a inizio anno.
Ora, a giudicare dalle immagini Jorge Martín non meritava la penalità. E, anche se l’avesse meritata, informarlo la sera è scorretto, soprattutto perché lo spagnolo ha “spinto come un dannato” per aprire un gap di tre secondi con Alex Marquez e tenersi il podio nel caso in cui la Direzione Gara avesse deciso di penalizzarlo. Cosa che, per l’appunto, ha fatto, solo talmente in ritardo da rendere inutile il suo sforzo.
Immaginiamo, infine, che da altre inquadrature a noi non accessibili la responsabilità di Martín risultasse evidente: in quel caso Jorge avrebbe rovinato la gara a sei piloti facendone cadere tre. Come è possibile affibbiargli solo un long lap penalty, per giunta a tre ore e mezza dalla gara? Considerando che a Fabio Quartararo è stata comminata la stessa sanzione per un contatto di gara con Lorenzo Savadori sarebbe comunque sbagliato.
Se è vero che il sabato del GP d’Austria verrà ricordato per questo incidente non si può dire lo stesso per l’errore della Direzione Gara, che andrà a sommarsi ad un numero di imprecisioni simili di cui ormai abbiamo perso il conto.