Prima e seconda nel Mondiale costruttori nel 2024, McLaren e Ferrari sono pronte a sfidarsi anche per il titolo piloti la prossima stagione. Un obiettivo dichiarato sin dalla prima uscita delle due scuderie, rispettivamente a Silverstone per la McLaren e a Fiorano per la Ferrari. Una lotta a quattro, con Lando Norris, Oscar Piastri e Charles Leclerc in cerca del primo Mondiale in carriera e Lewis Hamilton per tornare a scrivere la storia della Formula 1.

Due squadre che, sin dai primi anni della categoria, si sono sfidate a suon di battaglie, hanno affrontato momenti difficili per poi tornare lì dove da sempre ambiscono a essere. La McLaren, sempre in griglia di partenza dal 1966, è tornata grande dopo anni di fatiche, di cui il “Gp2 engine” pronunciato in radio da Fernando Alonso durante il Gran Premio di Suzuka del 2015, in casa del motorista Honda, ne è diventato l’emblema, così come le 575 posizioni di penalità rimediate nel corso della stessa stagione. Fatiche dovute affrontare, seppur non in maniera così tragica, anche in Ferrari, da sempre parte della Formula 1, a cui manca un titolo dal lontano 2008. Da quel GP di Interlagos che, più che un titolo costruttori, ha consegnato alla Scuderia la delusione per aver perso il Mondiale piloti all’ultimo giro di una stagione tiratissima. Dal 2009 solo alcuni lampi, eclissati dalle tante delusioni incassate. Nel 2022 però, seppur seguendo percorsi diversi, è iniziata una crescita per entrambe, finendo a lottare durante la passata stagione per il Mondiale costruttori, vinto poi dalla McLaren, consegnando alla scuderia di Woking il primo titolo dal 2008, quando Lewis Hamilton trionfò lasciando in lacrime Felipe Massa, beffato per un solo punto al termine della stagione. Lo stesso distacco che aveva consegnato, l’anno precedente, il Mondiale Kimi Raikkonen, l’ultimo campione del Mondo con una Ferrari, che proprio a Interlagos aveva battuto Lewis Hamilton, peraltro in lotta per la vittoria finale nel suo anno d’esordio in Formula 1, un chiaro segnale di quanto quel ventiduenne fosse destinato a scrivere la storia del circus.

Una stagione combattuta punto su punto, gara dopo gara. A Raikkonen la prima vittoria, a Melbourne, seguita poi da quella di Fernando Alonso, alla sua seconda gara in McLaren. A Felipe Massa il terzo appuntamento, mentre in Canada toccò poi ad Hamilton, dopo una striscia di cinque podi consecutivi, bissando poi il successo negli Stati Uniti e lasciando a bocca aperta l’intera Formula 1. Una lotta senza esclusione di colpi, tanto in pista quanto fuori. Sì, perché quella del 2007 è da tutti ricordata come la stagione dello “Spygate”, lo scandalo che vide protagoniste proprio le due contendenti al titolo, Ferrari e McLaren. Un caso di spionaggio industriale, forse tra i più grandi nella storia della categoria, costato a McLaren la squalifica dalla classifica costruttori e una multa di ben 100 milioni di dollari. Una vicenda scoppiata quando, in una copisteria inglese, la moglie di Mike Coughlan, ex capo progettista della McLaren, fu scoperta a fotocopiare un dossier di ben 780 pagine contenente una miriade di informazioni riservate della Ferrari. Da lì partì prima un’indagine interna a Maranello, seguita poi da una ufficiale della FIA. Il risultato? Fu scoperto che, a passare il dossier fu Nigel Stepney, ingegnere della Scuderia, con lo scopo di favorire il team inglese nel corso della stagione. Ma Stepney, insieme a Coughlan e la moglie, però, non furono i soli protagonisti della storia: ad aiutare la FIA nelle varie indagini, infatti, fu anche Fernando Alonso. Uno “sgarbo” alla propria squadra, una sorta di vendetta vista la grande attenzione verso Hamilton, come testimoniato dalle stesse parole dello spagnolo, ritornato dopo anni a parlare di quel periodo al Daily Mail: “Non potevo continuare con la McLaren. Era una squadra con gli occhi puntati solo su un lato del garage. Come ha detto Ron (Dennis, ndr) dopo la penultima gara in Cina, ‘la nostra gara non è con Massa, è con Fernando’. Quando la tua squadra lo dice, non puoi continuare”.

18 anni dopo, un’altra sfida tra Ferrari e McLaren è pronta a iniziare, rinnovando una rivalità ormai eterna, che negli anni ha riservato non solo sfide memorabili in pista, come quelle tra Hunt e Lauda, Prost e Senna o Hakkinen e Schumacher, ma anche fuori. Una storia, quella dello Spygate, forse irripetibile e simbolo di quanto, a volte, la Formula 1 non abbia alcun limite.
