Questa volta è meno grave di quella precedente. Su questo non ci sono dubbi: il riacutizzarsi della diplopia di Marc Marquez dopo la brutta caduta di Mandalika preoccupa molto meno di quanto accaduto questo inverno, quando l’otto volte campione del mondo era tornato a fare i conti con la doppia visione dopo un incidente in allenamento con la moto da cross. Su questo sembrano essere tutti d’accordo.
Tutti chi? Tutti i medici, specialisti, santoni e profeti che in questi giorni hanno detto la loro sui giornali di mezzo mondo. La verità più vera, probabilmente, l’ha detta solo il Dottorcosta: la diplopia è talmente particolare e imprevedibile che potrebbe svanire da sola domani o potrebbero volerci mesi.
Una incertezza che, però, non ti fa vivere bene se ti chiami Marc Marquez, visto che uno così non può permettersi neanche di stare male. Ecco perché in Spagna c’è chi comincia a parlare della possibilità di un intervento chirurgico per provare a far rientrare artificialmente il danno e avere tempi certi per il ritorno in pista.
“Con una operazione è qualcosa che può essere corretto in modo che possa condurre una vita normale e anche perché possa competere e vincere ancora – ha detto il dottor Josep Visa ai colleghi di autobild.es – Nell'operazione non si tocca il nervo, ma il muscolo opposto a quello colpito, che in questo caso è l'obliquo inferiore. In questo modo l'equilibrio viene annullato e viene bilanciato con l'altro occhio. Se la deviazione è molto grande, anche l'altro occhio deve essere compensato".
Un intervento che non desta particolari preoccupazioni o che possa risultare troppo rischioso, con Marc Marquez che comunque, sempre secondo quanto riferiscono in Spagna, domani si sottoporrà ad una nuova visita. Se la diplopia dovesse essere sparita salirà immediatamente su un aereo con direzione Argentina e, per la precisione, circuito di Termas de Rio Hondo. Altrimenti continuerà ad osservare il riposo prescritto. Anche perché l’ipotesi della sala operatoria non sarebbe comunque così immediata.
“Molte volte, senza alcun tipo di trattamento, la diplopia migliora, come è successo a Márquez l'anno scorso – ha concluso il dottor Visa – Consiglio sempre un tempo di attesa di circa sei mesi e, se non ci sono miglioramenti, al terzo o quarto mese consigliamo l'intervento. Bisogna però tener conto che ogni persona ha le sue esigenze e, in un caso come quello di un atleta d'élite, le scadenze devono essere diverse perché le loro esigenze sono diverse”.