Che l'infanzia di Max Verstappen, negli anni fondamentali per la sua formazione come pilota tra kart e competizioni in tutta Europa, non sia stata delle più semplici non è certo un segreto. Lo stesso pilota olandese non ha mai nascosto quanto la durezza dei metodi educativi del padre Jos abbia influito sulla sua crescita, sul suo approccio allo sport e sul suo carattere. Arrivato in Formula 1 da giovanissimo Verstappen non ha trovato, al contrario di tutti gli altri rookie, un ambiente così complesso, confessando che le pressioni mediatiche vissute nel paddock "non erano niente rispetto a quanto vissuto con mio padre negli anni".
Tra le tante storie che raccontano il rapporto complesso tra Max e il padre Jos sicuramente, un questi anni, a colpire maggiormente il pubblico è stata quella dell'abbandono in autostrada: un racconto confermato dallo stesso Verstappen che oggi guarda al passato con il sorriso, convinto che i metodi del padre lo abbiano aiutato a modellare un carattere difficile. Di tutt'altra idea sono molti fan dell'olandese, che condannano il metodo Verstappen, ritenendo eccessivo l'attaccamento del padre ai risultati del figlio, in una corsa estrema verso il successo che ha sicuramente cambiato il corso della vita del ragazzo.
Tra i molti racconti di questo periodo ora se ne aggiunge uno, emerso con la pubblicazione della biografia di Verstappen - "Unstoppable" - scritta da Mark Hughes e uscita di recente. All'interlo del libro infatti è raccontato un episodio simile a quello dell'abbandono in autostrada: a causa di un errore fatto in pista che gli ha fatto perdere una gara, il giovanissimo Max aveva scatenato l'ira del padre Jos che come punizione aveva deciso di lasciarlo solo al kartodromo, con tanto di tuta e casco, obbligandolo a tornare a casa all'hotel a piedi percorrendo da solo diversi chilometri sotto il sole.
Il giovane Max aveva però trovato qualcuno in pista disposto a dagli un passaggio fino all'hotel dove, arrivato molto velocemente, aveva ulteriormente fatto arrabbiare al padre, che aveva spie al figlio che la punizione consisteva nel ritorno a piedi e non in un passaggio in macchina. A quel punto Jos recuperò il ragazzo, lo riportò al kartodromo e lo costrinse a fare la strada a piedi proprio come gli aveva ordinato la prima volta.