A Portimaõ c’è un bel sole e molto vento, situazione che dovrebbe reggere in queste condizioni almeno fino a domenica sera. Il paddock è piuttosto quieto, d’altronde è solo giovedì e di spettatori non se ne vedono. Eppure nell’aria si percepisce che questa non è una giornata come le altre: la gente si abbraccia, si saluta, chiacchiera, i piloti girano come i soldi in un casinò tra shooting e pubbliche relazioni. La MotoGP 2023 è iniziata e questo è l’ultimo giorno prima che le moto comincino a girare in pista. “La combo prima gara e prima gara in Europa è una bella mazzata” ci dice Alex Farinelli sulle scale della sala stampa, lui uno dei fotografi più capaci in questo sport e viene richiesto in ogni angolo del circuito. Di foto in questo giovedì ne scattiamo tutti un’immensità: c’è quella di gruppo coi piloti sulla moto, sul breve ma spettacoloso rettilineo di Portimaõ, e ci sono quelle durante le diverse conferenze stampa che una volta partite nel primo pomeriggio non si sono praticamente mai fermate.
Marc Marquez si presenta con scarpe e felpa Off-White e un Rolex Daytona al polso, dice di non essere pronto per lottare per la vittoria ma anche che c’è tempo: “Pecco l’anno scorso ha recuperato, possiamo farlo anche noi”. Quando gli chiedono se Honda ha davvero chiesto un telaio a Kalex lui alza le mani: “Non ne so niente, l’ho scoperto da voi”. La sensazione è che Marc sarà un po’ più avanti di quanto abbiano lasciato intendere i tempi nei test, d’altronde ha molto calcato la mano sul fatto di aver lavorato per sé stesso e le gare (e non per lo sviluppo) solo un giorno tra Sepang e Portimaõ. A tratti è un po’ nervoso, ma si ferma a parlare con tutti rilasciando un gran numero di interviste.
Pecco Bagnaia invece sembra cambiato: ha uno sguardo più duro, forse più vicino a quello che tiene nel casco quando si spegne il semaforo e i piloti abbandonano le buone maniere per diventare delle belve. Quando parla però, è sempre il principe che conosciamo: sorride, si diverte, non cerca la polemica nemmeno quando gli fanno notare che tutti (tutti!) gli altri piloti hanno indicato lui come favorito al mondiale: “È normale che sia così”, dice tranquillo. Pecco è più forte, probabilmente il più forte in questo momento: “So che proveranno a portarmi via il numero 1, ma io farò tutto quello che è in mio potere per renderglielo impossibile. Solo Rossi e Marquez sono riusciti a ripetersi”. Quando gli chiedono i suoi favoriti, Bagnaia indica Luca Salvadori per la Moto E. Ancora una volta, Pecco ci restituisce l’idea di poter diventare un vincitore seriale. È uno che impara tanto e matura in continuazione, se vincesse altri tre o quattro mondiali non ci sarebbe di che stupirsi.
Fabio Quartararo, che ha parlato con i primi due, sembra piuttosto tranquillo, come se avesse già saltato la sua prima fase - quella dell’incazzatura - passando direttamente all’attacco: il meglio che si può con quello che si ha. Che, in fin dei conti, non è così male come lascerebbero intendere i test. Anche perché - esattamente come per Marc Marquez - quando a guidare c’è un talento straordinario le cose sono più facili. A Fabio manca ancora una moto in grado di misurarsi con la Ducati e, forse, quella confidenza nei propri mezzi che aveva acquisito a fine 2021 con il mondiale sfumata poi nella seconda metà dell’anno scorso.
Chi invece sembra più sornione è Enea Bastianini: “Sì, rispetto a quando ero in Gresini ho dovuto parlare con molti più ingegneri e non è stato facile, però non vedo l’ora di correre. Anche perché fino ad ora ho fatto solo un sacco di shooting fotografici”. Enea si diverte, scherza, quando chiedono a lui una previsione indica Marc Marquez: “È forte, non va sottovalutato e poi voglio mettergli addosso un po’ di pressione”. Risate. A questo punto è praticamente chiaro a tutti che l’unico felice di avere a fianco Enea Bastianini è Carlo Pernat, ancora in forma smagliante con uno dei pochi scooter che non sono stati requisiti dall’organizzazione per mancanza di casco. Per tutti gli altri, la Bestia è la bestia: il più titolato per fermare la doppietta di Bagnaia, il più sorprendente degli ultimi due anni e l’unico tra i grandi favoriti a non aver ancora vinto un titolo in MotoGP, per cui c’è da aspettarsi che vorrà rimediare alla svelta.
Un altro che racconta sempre cose interessanti è Aleix Espargarò: incredibile come questo ragazzo di 33 anni sappia godersi la vita e le corse. Arriva col jet privato completo di numero 41 appiccicato sulla fiancata accompagnato da moglie e figli, assieme ai quali rilascia un’intervista per la televisione spagnola. È tra i pochi - assieme a Fabio Quartararo - a fare spallucce quando gli chiedono un’opinione sulla sprint race: “Che volete che dica, se la affronti male è il modo peggiore per ottenere risultati”. L’Aprilia è ormai per tutti la seconda forza sullo schieramento e lui ha tutte le intenzioni di farla funzionare. Assieme all’idolo di casa Miguel Oliveira, che oltre ad essere estremamente motivato sembra anche aver messo a punto una preparazione invernale più severa del solito: magro, teso e affamato, può essere la sorpresa della stagione, quello in grado di vincere qualche gara e spostare gli equilibri del campionato.
Altre cose che abbiamo appreso in Portogallo: la piscina in cui si è buttato Fabio Quartararo nel 2021 è (almeno per il GP) soltanto un complemento d’arredo, i tuffi sono vietati; alla Rookies Cup, principale fornitore di piloti da MotoGP, è vietato impennare, possono correrci i quattordicenni ma fino a 17, deroga speciale per chi vince il campionato, niente Moto3; l’ultima volta che il mondiale è iniziato in Europa è stato nel 2006 a Jerez, o nel 2020 della pandemia (sempre a Jerez) anche se in quell’occasione Moto2 e Moto3 avevano corso in Qatar; alcuni piloti cercano di fare tutti gli shooting con lo stesso set di tuta e guanti per ammorbidire l’abbigliamento in vista della gara; il format del weekend verrà discusso durante l’anno per apportare eventuali migliorie o cambiamenti; Sky Italia, ad oggi, è l’emittente televisiva che spinge di più sul motomondiale, mentre gli spagnoli hanno fatto un piccolo passo indietro e agli inglesi manca un vero cavallo di battaglia per spingere la narrazione.