La domenica thailandese pesa come un macigno per questa MotoGP. Per come è andata, perché a tre gare dalla fine tutto è determinante, per la tensione. Bagnaia chiude sul podio e viaggia a -2 da Fabio Quartararo, diciassettesimo e sconfitto dalla moto, dalle gomme e pure un po’ da sé stesso, al punto che d’ora in poi potrà solo attaccare come tutti gli altri.
Dicevamo della tensione: i semafori sono stati spenti in ritardo di un’ora a causa della pioggia prima e del malore di un uomo poi, uomo che si trovava in griglia mentre i piloti si preparavano a partire. E, avendo passato un weekend sotto il sole, nessuno sapeva bene cosa aspettarsi dalla propria moto e dalle gomme da bagnato, che sul finale di gara hanno cominciato a consumarsi a causa dell’asfalto ormai asciutto. Il che, per chi l’ha vista dal divano di casa, è stato un enorme valore aggiunto alla corsa, spettacolare dal via all’ultimo giro. Anche se i piloti, fatta esclusione per chi partiva dalle prime file, non hanno visto praticamente nulla: “Se parti davanti non è un problema, ma dietro non si vedeva niente”, ha raccontato Maverick Vinales a DAZN Spagna dopo la gara. “Probabilmente nei primi giri ho fatto mezzo chilometro senza vedere nulla. Full gas, praticamente al buio. È stato molto rischioso, se un pilota avesse tagliato l’avrei preso. Dobbiamo pensare a queste cose perché in queste situazioni è spaventoso. In 3 giri ho perso 14 secondi, che è il distacco che avevo a fine gara”.
Maverick non è stato l’unico ad aver avuto un problema di spray, l’acqua alzata dalle moto che poi finisce su casco e cupolino di chi si trova dietro. Anche Enea Bastianini, intervistato da Carlo Pernat (che ad ogni GP manda ai giornalisti le sensazioni del suo pilota in un messaggio WhatsApp) ha raccontato qualcosa di simile: “Non si vedeva completamente niente, ho fatto i primi dieci giri del tutto alla cieca e avevo quasi paura. Anzi, senza quasi, avevo paura. Dopo qualche giro la pioggia è diminuita, la pista è venuta un po’ più buona e sono riuscito a recuperare qualche posizione. Era il nostro target, di più era difficile. Siamo tutti attaccati ed è vero che mancano solo tre gare, però… diventa divertente”.
Ma quindi sarebbe stato giusto non farli correre o aspettare? A nostro modo di vedere no, e lo avevano spiegato bene Marini e Di Giannantonio dopo le qualifiche al Mugello sotto la tempesta: se è troppo rischioso basta chiudere il gas, nessuno è obbligato a correre. Se spalanchi alla cieca è perché pensi ne valga la pena.