Può darsi che la notte porti consiglio o che, più verosimilmente, si sia trovato un accordo diverso tra le parti. Sta di fatto che l’ultimo GP della stagione, che inizialmente si sarebbe dovuto disputare a Valencia, verrà spostato al Montmelò di Barcellona dopo la tragedia che ha portato a più di 150 morti e 120 mila sfollati, mettendo in ginocchio l’intera Comunità Valenciana. Un deciso passo in avanti rispetto alla (folle) idea del presidente della FIM, Jorge Viegas, di disputare comunque la corsa a Valencia, in un circuito in cui, per altro, molti sfollati hanno trovato momentaneamente riparo.
Nel pomeriggio di sabato, in Malesia, il sostituto perfetto sembrava essere il Qatar, sia per le temperature più miti rispetto all’Europa che per una serie di questioni economiche e logistiche. Poi però, nella domenica mattina di Sepang, una riunione dei team e di IRTA ha stabilito che il GP si correrà in Spagna a Barcellona e che saranno coinvolte le tre classi, mentre inizialmente si era pensato di sospendere Moto3 e Moto2 in veste del fatto che i titoli di entrambe le categorie sono già stati assegnati. Non solo: il GP non verrà posticipato come inizialmente previsto, ma si disputerà negli stessi giorni in cui si sarebbe dovuto correre a Valencia, quindi dal 15 al 17 novembre. Stesso discorso per i test di fine stagione, che si svolgeranno martedì 20 novembre.
La decisione di correre a Barcellona, non ancora ufficializzata nel momento in cui scriviamo, è sembrata la più pratica considerando che i container della MotoGP in partenza da Sepang dopo la gara della domenica sarebbero diretti a Saragozza, a tre ore dal circuito di Montmelò, mentre la scelta di non annullare l’appuntamento nel caso in cui anche il titolo della MotoGP venisse assegnato oggi, quindi in Malesia, è invece da imputare principalmente a un tema di diritti televisivi: le reti hanno pagato per uno spettacolo composto da 22 GP, tuttavia tre sono stati annullati e uno sostituito (con Misano 2). Eliminare un quarto appuntamento e portare così a 19 il numero di gare trasmesse sarebbe forse troppo.
Su Barcellona invece c’è stata qualche resistenza per via del fatto che, pur non essendo a Valencia, si tratta comunque di Spagna e correrci, per diversi piloti spagnoli - tra cui Marc Marquez che è stato molto chiaro in questo - non sembrava la cosa più giusta sul piano etico.