Tra le Qualifiche e la Sprint sarà dato l’annuncio su dove si svolgerà l’ultimo round della MotoGP dopo la decisione (sacrosanta) di non forzare i tempi e non sprecare energie per correre comunque a Valencia. Era questa la notizia data per certa questa mattina a Sepang, nel cuore della notte italiana. Decisione presa in fretta, anche per consentire a costruttori e team di spedire tutto il necessario nel luogo scelto e solo ultimissime formalità da sbrigare. Solo che non è stato così. Perché l’annuncio non è arrivato e perché, man mano che passavano le ore, è venuto pure il sospetto che qualcosa potesse essere andato storto. Che è successo? Difficile da dire. Quello che è certo, invece, è che il circuito che dovrebbe (o avrebbe dovuto, a questo punto) ospitare l’ultimo round della MotoGP è quello di Doha, in Qatar e che la data sarebbe rimasta la stessa di Valencia, 17 novembre.
Ieri, dopo la certezza che il Ricardo Tormo sarebbe giocoforza uscito dal calendario, costruttori e team erano stati informati che le casse con le moto e tutti i materiali per la gara avrebbero dovuto essere spedite a Saragoza. Quindi comunque in Spagna e a poca distanza da Aragon. Il tutto, però, in attesa di individuare quale altro circuito avrebbe potuto essere disponibile, con quello di Lusail e quello di Portimao in pole position su tutti anche per questioni logistiche. L’intera macchina organizzativa, con Carmelo Ezpeleta a capo, si è messa in moto e prima delle FP2 di questa mattina la scelta sembrava, appunto, fatta. Con tanto di nuova comunicazione agli addetti ai lavori e l’indiscrezione di un annuncio che sarebbe arrivato sempre nella mattinata. Pare, però, che si sia poi deciso di organizzare un’altra riunione operativa per mettere a punto le ultime formalità.
Cosa potrebbe essere successo? Probabilmente il nodo potrebbe essere sulla data, visto che le case spingono per non slittare oltre il 17 novembre, così da potersi mettere subito al lavoro sui prototipi del 2025 e sulla pianificazione della prossima stagione e Michelin ha chiesto almeno due settimane per poter fabbricare le gomme. Come tempi ci siamo, ma la logistica è da mettere appunto e margini di errore non ce ne sono. Se l’esitazione è stata dovuta a questioni organizzative e di logistica, quindi, è verosimile che l’annuncio su Lusail arrivi nelle prossime ore. Se invece non sarà così è possibile che l’esito della Sprint di oggi abbia rimescolato tutte le carte. Perché? Perché adesso c’è la possibilità concreta che Jorge Martin chiuda la partita già in Malesia nella gara lunga di domani e è chiaro che se questo dovesse accadere non avrebbe senso impazzire per garantire un ultimo fine settimana di gran premio con tutti i responsi della MotoGP 2024 già dati.
Carmelo Ezpeleta, dalla sua, ha garantito che in questo 2024 si correranno comunque 20 GP, ma lo ha fatto, appunto, prima che andasse in scena una Sprint che rischia d’essere l’anticipazione di una sentenza da emettere nel giro di poche ore. Ok, infatti, gli accordi con gli sponsor, i diritti televisivi (le tv hanno pagato per 22 GP, accettando poi che diventassero 20) e tutto ciò che è legato alla garanzia di almeno venti GP, ma è vero pure che la tragedia di Valencia non era prevedibile e che con tutti i titoli già assegnati nessuno si metterebbe – non fosse altro che per rispetto dei valenciani – a fare rivalse contrattuali o a richiedere eventuali penali. Ecco perché a questo punto potrebbe non essere così assurdo che si sia deciso di aspettare la fine del GP di domani. Perché, diciamolo senza girarci troppo intorno e magari augurandoci pure che non andrà a finire così, andare comunque a correre, in Qatar o altrove, ma senza alcun verdetto da emettere, sarebbe un inutile dispendio di energie e risorse.