Occhi bassi, viso tirato, poca voglia di parlare, ma pure la consapevolezza di avere, adesso, la libertà di metterci tutto ciò che ha da metterci un disperato. Non la disperazione di un arreso, ma quella nobile di chi crede che ci sia, o che possa esserci, qualcosa anche oltre la speranza. Pecco Bagnaia è un campione anche di compostezza nella sala stampa di una Sepang che magari si aspettava di poter essere teatro di qualcosa di grosso, ma non di un epilogo beffardo. “Paradossalmente andavo più piano” – ha raccontato Pecco. Nei giri precedenti la scia di martin aveva rischiato di fregarlo, risucchiandolo, così in quel punto ha deciso di frenare un istante prima e un pelo in più, ma è proprio quel margine di sicurezza che s’è trasformato in errore. Con la ruota del campione del mondo che è finita in una piccola buca e l’anteriore che s’è chiuso. Nessuna ricerca dell’assoluzione, solo la consapevolezza del perdono. Sì, perché Pecco Bagnaia adesso sa anche che la prima da cosa da fare, e da fare veramente in fretta, sarà perdonarsi. E riprovarci.
“Domani ho la possibilità di vincere un’altra gara e farò il massimo – ha aggiunto, mandando pure un messaggio che tanto subliminale non è stato – Spero solo che Enea Bastianini e Marc Marquez trovino un miglior passo perché avrò bisogno che qualcuno si metta in mezzo. Ma io soprattutto dovrò vincere. Ho bisogno di vincere. Dovremo fare il massimo e in più c’è una variabile, adesso, e cioè che ormai Jorge Martin sa benissimo che è lui l’unico che può perderlo. Sì, lui domani ha il primo match point: deve vincere. Ma vedremo di fare il massimo”. Il massimo, in verità, lo ha già fatto per una stagione intera, vincendo nove volte nelle gare lunghe come in passato erano riusciti a fare solo fenomeni del calibro di Valentino Rossi, Jorge Lorenzo, Marc Marquez. Ma non è bastato. Perché Martin non ha fatto meglio, ma ha saputo fare diverso. E quel diverso rischia, ora, d’essere esattamente il modo giusto: vincere di meno, ma anche sbagliare di meno.
Un rammarico? No. Non se ti chiami Pecco Bagnaia e sai di saper correre solo in un modo: cercando la perfezione e portandoti quindi in sella anche qualche rischio in più. Semmai c’è la rabbia, ma sempre pacata e garbata com’è garbato e pacato Pecco, di non essere riuscito a capire come andrebbero interpretate le Sprint. “Questa cosa me la porto dietro dall’anno scorso – ha ammesso – Credo che la domenica non mi si possa dire niente, ma il sabato proprio non è la mia giornata. Non c’è da parlare più di tanto, magari in futuro cambierà qualcosa, ma sulle Sprint devo lavorare. Ne ho vinte tante, sei mi pare, mentre Jorge ne ha vinte sette con oggi. Alla sesta gara, se non ricordo male, io avevo fatto una manciata di punti nelle Sprint e Jorge ne aveva fatti già ottanta”.
Eppure il fine settimana per Pecco era cominciato benissimo, con la ciliegina di una pole che avrebbe potuto suonare di mazzata per Martin. Invece no. “Lui è stato molto furbo e ha sfruttato bene la partenza – ha proseguito Bagnaia – Sappiamo anche quanto le cose possono cambiare da un momento all’altro, domani Jorge non andrà al 100% e è l’unico che può perderlo. La pioggia? Spero proprio di no: serve l’asciutto e serve che io faccia quello che so fare meglio, cioè vincere”.