Undici minuti. Tanto è durato il media scrum di Andrea Iannone dopo il venerdì di Sepang. E solo undici minuti gli sono bastati per spiegare alla perfezione, e come probabilmente non era mai riuscito a fare nessuno, quanto possa essere incredibile una MotoGP di oggi. Rispetto a quelle di pochi anni fa e, ancora di più, rispetto a una moto di serie, fosse anche evoluta e sviluppata come quella che lui guida nel mondiale Superbike. E’ come se Iannone avesse firmato un compendio breve sulla MotoGP, ma con quel piglio lì che ha lui e alla fine di una giornata in cui ha sorpreso tutti e forse anche un po se stesso: “Pensavo di prendere quattro o cinque secondi, invece dai!”. Ne ha presi meno di due dai primi della classe, che diventano ancora meno se si considera che Pecco, Martin e Bastianini hanno letteralmente fatto un altro mestiere a Sepang. E’ soddisfatto, sorride, ma è pur sempre un pilota: “Domani devo migliorare ancora un po’”. Spirito da guerriero e nessuna intenzione di cullarsi nel ruolo di quello che la sua bella figura ormai l’ha già fatta. Il resto diventa quasi un racconto divertente su come è andata una giornata che, come ha detto lui stesso, “senza la VR46 e senza Ducati probabilmente non avrei mai più potuto vivere così, nel bel mezzo di un fine settimana di gara”.
Un fine settimana in cui non dovrà preoccuparsi di non fare danni. “Pablo Nieto – ha raccontato – mi ha detto che non ci sono problemi di budget e carene. Abbiamo riso nel box perché gli ho detto che non avrei voluto fare danni e avrei iniziato piano e lui mi ha risposto che semmai il problema doveva essere per me. Come dire: se te la senti vai tranquillo e non preoccuparti della moto”. Un aneddoto che ha strappato una risata a tutti e che, a pensarci bene, racconta, con tanto di imitazione di Nieto, anche tanto del clima che si respira nel box di Valentino Rossi. Un box che ha lavorato per tutto il giorno in piena sinergia col pilota e con Ducati per permettere a Iannone di tirare fuori il meglio possibile, alla faccia di quelli che hanno considerato il ritorno del 29 solo come una mera operazione di marketing. Ha dato gas e neanche poco. Tra l’altro senza avere la più pallida idea di cosa si sarebbe ritrovato tra le mani e sotto le chiappe: “Non c’entra niente con la MotoGP che guidavo io. E’ proprio un’altra cosa, non chiedetemi un paragone perché è impossibile farne. Mi sono divertito? Sì, tanto nei primi due giri fino a che sono andato piano, poi mi sono divertito solo nel senso del wow perché è una fatica terribile, ma sono contentissimo lo stesso”. Una contentezza che gli si vede negli occhi oltre che nelle parole, con Iannone che sembra lasciare da parte anche quel suo atteggiamento di uomo che non deve chiedere mai per scherzare un po’: “alla fine non sono Superman e anche Superman con soli 25 giri farebbe fatica con queste moto. Sono un essere umano, ho solo cinque dita per mano e qualcuna è pure mezza rotta”.
Ironia, dunque, e pure il racconto di una preoccupazione. “La questione abbassatore mi metteva un po’ di apprensione – ha raccontato – ma in quello invece sono bravo. Anzi, ho pure scoperto una cosa che potrà essere utile agli altri. Perché prima della Curva 5 ho prenotato l’abbassatore senza rendermi conto che lo stavo facendo troppo presto e quindi ho fatto un paio di curve con la moto giù e con Dall’Igna abbiamo scoperto che guadagno. Quindi penso che ora lo faranno anche gli altri piloti Ducati. Chiederò a Gigi di metterlo anche sulla moto di serie”. Non parla di cronometro, non parla di posizioni e nemmeno di programmi per domani, ma solo di concretezze: “penso che dal punto di vista della fatica questa sia stata la giornata peggiore. Domani, alla fine, saranno due giri tirati in qualifica e poi la Sprint. Cosa devo migliorare? Da centro curva in poi ci sono, riesco a performare, devo prendere le misure con la parte precedente. Venendo dai freni in acciaio, ad esempio, pinzo troppo forte rispetto agli altri piloti. Non dico che devo trovare il limite perché la verità è che ho fatto solo 25 giri e il limite di questa moto non c’è mai, ma penso di poter togliere comunque ancora qualcosa. Già aver migliorato nelle prequalifiche il tempo fatto nelle FP1 è una soddisfazione”.
Trovare il feeling, a questo punto, sarà anche l’obiettivo per domani e l’impressione è che Andrea Iannone potrà sorprendere ancora. Che non significa immaginare risultati impossibili per chiunque è minimamente ralista, ma avere l’assoluta certezza che cinque anni possono essere niente quando il talento è tanto davvero. E’ la sua consapevolezza e lo lascia intendere anche quando racconta come proseguirà la sua giornata: “Non vedo l’ora che arrivino i dati per capire bene dove stanno i margini più ampi. Io non voglio arrivare e stendermi, ma voglio crescere e capire davvero quanto posso togliere. Lavoriamo. Soprattutto sulla frenata e sulla prima parte di inserimento”.