“Ho deciso di partire. Sono matto? Forse sì, ma senza le corse non è vita e poi ho un sacco di cose da fare”. Carlo Pernat è in aeroporto e sta per imbarcarsi da Roma dopo il breve trasferimento da Genova. Destinazione Sepang. Appena pochi giorni fa, però, era su un letto d’ospedale e, a quanto racconta, l’hanno ripreso per le penne. Parla a raffica e sembra un uomo in pieno combattimento tra la coscienza che gli dice che sta facendo una caz*ata di quelle grosse e l’istinto che, invece, gli dice di andare nell’unico posto in cui respira davvero: il paddock.
Ma non è un viaggio troppo stressante per un uomo della tua età che è appena uscito da un periodo difficile?
Fan*ulo ai miei polmoni, io vado a Sepang. Ho proprio bisogno di Sepang. Su quel circuito ho detto addio a Marco Simoncelli e ho un mare di ricordi: voglio andarci e basta. E poi ho un sacco di cose da fare: per uno che fa il manager questo è un momento della stagione in cui si chiudono accordi importanti.
Ok, ma la domanda è un’altra: non è un rischio grosso?
Dai adesso sto bene. Magari sì, magari è un rischio, ma stare a casa è come morire. Me la sono vista brutta, è vero, ma adesso sto bene. Il dottor Matteo Bassetti, che è un grande amico, m’ha rimesso a nuovo. Starò attento, ma non posso non andare. Le ultime me le sono viste in tv e ho sofferto come un cane. Ci ho pensato tanto se partire o non partire, ma poi non ho resistito: biglietto fatto al volo e eccomi qua. Ti sto rispondendo dall’aeroporto.
Cosa hai avuto di preciso?
Un problema ai polmoni. Ho un enfisema che mi porto dietro da anni e poi ci si sono messe di mezzo delle complicazioni, forse un virus, forse una infezione. Neanche lo so di preciso, mi sono affidato a Bassetti e ci ha pensato lui. In ospedale mi sono sentito un principe e posso dire solo grazie per tutto quello che hanno fatto per me. Adesso però è il momento di reagire e tornare alla normalità. E la normalità per me è il Motomondiale.
Hai accennato a un legame speciale con Sepang…
Sepang per me vuol dire Marco. Una carezza sull’asfalto di quella curva devo lasciarcela, te l’ho detto: Sepang è quasi un bisogno. E di ricordi lì ne ho tanti. L’ultimo in ordine di tempo la meravigliosa vittoria di Enea dello scorso anno: il momento in cui, anche se non avevo mai dubitato, ho definitivamente capito che Bastianini sarebbe potuto essere di nuovo protagonista.
In effetti un po’ lo è stato in questo 2024. Ma abbastanza?
Io non posso dire nulla sulla sua stagione. E’ andato forte e è lì a giocarsi il terzo posto. Martin e Bagnaia hanno fatto qualcosa di disumano in questa stagione e arrivargli alle spalle è come vincere il mondiale. E’ stato anche un po’ sfortunato, altrimenti sarebbe stato ancora più vicino a quei due e magari oggi parlavamo di una lotta a tre. Sabato scorso in Thailandia mi ha fatto godere da matti perché nella Sprint è stato perfetto e anche nella gara lunga della domenica mi è piaciuto tanto: stava spingendo come un forsennato e girava mezzo secondo più basso degli altri quando è caduto. Doveva rischiare e ha rischiato: niente da rimproverare, esattamente come in Indonesia.
Contro questo Marc Marquez il terzo posto è possibile?
Marc Marquez è fortissimo, ma non è imbattibile e anche lui fa i suoi errori. Di sicuro al terzo posto ci tiene e neanche poco, altrimenti domenica a Buriram non risaliva in moto mettendosi a spingere in quel modo dopo una caduta per racimolare qualche punto. Quando dice che del terzo posto non gli importa mi viene da dire che è un po’ Pinocchio: non esiste un pilota a cui non importerebbe. E poi, parliamoci chiaro, chiudere al terzo posto significa anche mettere le mani su un bel po’ di soldi e i soldi ai piloti non fanno mai schifo, neanche se ne hanno già per godersi la vita in ogni modo.
Pensi che Bastianini e Marquez potranno essere arbitri di questo mondiale?
In qualche modo lo saranno. Si giocano il terzo posto e entrambi ci tengono di brutto, quindi proveranno a vincere esattamente come i due che invece si giocano proprio il titolo. Insomma, possono essere due che arrivano davanti, togliendo punti, oppure due che potrebbero finire nel mezzo, condannandone uno piuttosto che un altro. Non parlo, sia chiaro, di strategie o cose così, ma semplicemente del fatto che sia Marquez che Enea hanno ancora qualcosa da giocarsi e vorranno farlo fino alla fine. Proprio come tra Martin e Bagnaia si deciderà tutto a Valencia, penso che anche tra Enea e Marc sarà una sfida all’ultima curva. A Sepang vedo nettamente favorito Enea, perché è una pista su cui ha sempre fatto molto bene, mentre forse Marc potrebbe avere qualcosa in più a Valencia.
Enea è stato un po’ critico sulla manovra di Marc Marquez in Thailandia, tu che ne pensi?
Penso che l’augurio più grande che posso fare a Simon Crafar, che l’anno prossimo prenderà il posto di Spencer, è di poter avere la libertà di prendere sempre decisioni sportive e mai politiche. Il regolamento in alcuni punti è un po’ fumoso e invece più le regole sono chiare e meno si presta il fianco a malizie varie. Nel caso di Buriram, proprio come ha detto Enea, Marquez è stato molto scaltro e furbo superando velocemente Nakagami per lasciare poi la posizione a lui e non a Enea che era più dietro. Altri sono stati puniti con un long lap, ma Mir non è caduto e gli hanno imposto solo di cedere la posizione. Sulla questione della tuta, invece, non so bene cosa dirti. Però sai cosa penso alla fine? Penso che questo mondiale, e anche la lotta per il terzo posto tra Enea e Marquez, sia così bello che i piloti meritano di parlare di loro, non di queste cose qua. Tanto nelle corse queste cose ci sono state sempre e ci staranno sempre.
Tra Jorge Martin e Pecco Bagnaia come la vedi?
Io la vedo spettacolare e tutta da seguire, ma loro mi sa che la vedono male un bel po’. Non vorrei essere nei loro panni. Forse Jorge Martin con 17 punti di vantaggio ha ancora un mezzo jolly, mentre Pecco li ha finiti. Ma con mezzo jolly ci fai poco e di sicuro non è che ci vai a dormire tranquillo. Campinoti ha detto che il mondiale andrebbe assegnato a entrambi a prescindere da come andrà e un po’ ha ragione: sono stati incredibili per tutta la stagione. Però vincerà uno solo e un pronostico oggi te lo farebbe solo un matto. Io sono matto, ma non così tanto. Penso che Bagnaia potrà contare sull’esperienza e su una capacità di gestire la pressione che con due titoli già vinti in MotoGP sarà sicuramente più rodata rispetto a quella di martin che però, dalla sua, potrà appunto contare su 17 punti di vantaggio e sull’esplosività.
Ok, il pronostico non ce lo fai, ma come lo immagini questo finale?
Potrei deluderti.
Perché?
Perché secondo me verrà il braccino a entrambi. Penso che tutti e due a questo punto avranno così tanta paura di sbagliare che si marcheranno stretti, strettissimi, nella Sprint e nella gara lunga della Malesia e poi pure nell’altra Sprint che resta per poi giocarsi tutto, ma tutto davvero, nella gara lunga di Valencia. Mi viene da pensare che entrambi potrebbero avere questo scenario qui in testa: arrivare alla gara della vita in cui dare tutto quello che hanno. Ma le variabili sono troppe, può succedere veramente di tutto ormai e se sto per mettere i piedi su un aereo dopo due settimane di ospedale è proprio perché voglio esserci in questi momenti unici e irripetibili qui che le corse ti regalano.
A Sepang ritroverai anche Andrea Iannone…
C’è da dire grazie a Ducati e ancora una volta a Valentino Rossi. Se non ci pensava lui, chi? Mossa bellissima. E poi c’è da dire grazie anche a Andrea che ha avuto le palle di dire di sì. Guarda che ce ne vogliono di grosse davvero perché dopo cinque anni, senza uno straccio di test e senza neanche mettercisi seduto sopra per scherzo, salire su una MotoGP è esporsi a qualcosa che potrebbe essere pure traumatico. Sono veramente contento per lui: quel ragazzo ha passato l’inferno. Penso che chi non conosce bene i piloti, il loro modo di ragionare e la spinta che hanno dentro, non può neanche lontanamente immaginare con quanta sofferenza ha fatto i conti Andrea in questi anni. Togliergli le moto e la possibilità di competere per tutto quel tempo, al di là di tutto, è stato disumano. Ritornare, anche se solo come sostituto, ma proprio a Sepang e su una moto di Valentino Rossi, non dico che sia una rivincita, perché niente sarà mai vera rivincita, ma è un gran bel messaggio sull’importanza della ribellione positiva: quella che non genera disfatta, ma futuro.