Un quattro che diventa due, grafiche e colori che cambieranno un po’. Che la moto di Fabio Di Giannantonio, 49, a Sepang passerà nelle mani di Andrea Iannone, 29, l’hanno ormai detto anche i muri. Così come è stato detto che la Ducati Desmosedici GP23 del Team Pertamina Enduro è qualcosa di sideralmente distante dall’ultima MotoGP portata in pista, ormai più di quattro anni fa, dal pilota abruzzese. Lui stesso ha definito “folle” il passo che ha deciso di fare, ma con la consapevolezza di averlo fatto con la benedizione di Ducati e di un amico e ex rivale che si chiama Valentino Rossi e che ha deciso di regalare a lui, e a tutti noi, un’altra pagina emotivamente pazzesca di Motorsport.
Pensieri. Riflessioni. Previsioni. E pure pronostici già fatti, più o meno cinici, più o meno realistici. Con le parole, adesso, che perdono senso man mano che si avvicina il momento della pista. E che nel naso di Andrea Iannone torna a farsi sentire, potentissimo, quell’odore di un sogno raggiunto, poi spezzato e adesso, fosse anche per una volta sola, pure ritrovato. Zero test. Neanche il tempo di provare la seduta sulla moto. Solo coraggio e partire. Ma con una aspettativa altissima. Che non significa aspettarsi un qualche risultato, ma il risultato dei risultati: divertirsi. Lo ha detto lui stesso, nel primo comunicato ufficiale da pilota del Team VR46, alla vigilia di Sepang. Proprio quella Sepang che per lui ha segnato l’inizio di un incubo e che lo vedeva in pista nel 2015, quando l’incubo l’ha vissuto proprio Valentino Rossi.
“Sono elettrizzato – ha detto - all’idea di poter percepire nuovamente tutta la potenza della MotoGP, sarà fantastico poter guidare la moto campione del mondo. È difficile fare delle previsioni, il livello è altissimo e sono consapevole sarà complesso, ma mi auguro possa essere un weekend nel quale riuscirò a divertirmi”. Respirare e sorridere, dunque, a prescindere da quello che diranno cronometri e classifiche, con in più la curiosità di capire quanto e come sono cresciute e cambiate le MotoGP di adesso rispetto a quelle di cinque anni fa.
Chi, invece, a cronometri e classifiche vorrà fare caso è il suo compagno di squadra trovato: Marco Bezzecchi. Con la moto di Valentino Rossi c’ha esordito e vinto in MotoGP, affermandosi tra i top rider, e in questa stagione c’ha pure sofferto, sempre alle prese con una gomma con cui non ha mai trovato il giusto feeling e che ha reso meno docile quella GP23 che invece nei test di Valencia gli era piaciuta da matti. La confidenza piena non è mai arrivata, ma i risultati sono andati in crescendo. E per il Bez ha cominciato a suonare il campanello della riconoscenza: provare a regalare un podio alla squadra che considererà per sempre sua prima di dirsi “addio” per tentare l’avventura da pilota ufficiale in Aprilia. Quell’Aprilia che, come in un incrocio di destini, è stata anche l’ultima MotoGP portata in pista da Andrea Iannone. “Andrea – ha detto recentemente il Bez – è sempre stato uno dei miei idoli. Sarà un piacere averlo nel box e magari potrò carpire qualche segreto, vista la sua esperienza”.
Un “benvenuto alla tavulliese”, quindi, prima di parlare di quel regalo da provare a fare e farsi. Ma senza dirlo esplicitamente. “Sepang sulla carta è una delle piste che fuori Europa mi piace di più – ha affermato il Bez - Devo dire che ci arrivo con pochi dati realmente utilizzabili perché ai primi test della stagione ero davvero molto lontano con questa moto rispetto ai primissimi. Avevo fatto tantissima fatica e non so esattamente quello che potremo realmente sfruttare per poter tenere il livello del gruppo dei primissimi. L’obiettivo è continuare a lavorare, fare bene in qualifica e riuscire a concretizzare in gara”.