E’ andata come doveva andare. Che poi, lasciatecelo dire, è anche la maniera più romantica possibile: Andrea Iannone che torna in sella a una MotoGP, con i colori del Team dell’amico Valentino Rossi e proprio a Sepang, il luogo da cui era iniziato il calvario di The Maniac. Che il pilota abruzzese sarebbe stato il prescelto era nell’aria, ma l’ufficialità è arrivata questa mattina, con un video “sparato” sui social in cui lo smartphone di Iannone suona a ripetizione, facendo comparire sul display la scritta “Uccio 46” . Un modo fresco per dire che l’attesa chiamata è arrivata davvero e per giocare anche un po’ sulle vecchie dichiarazioni dello stesso Iannone che, nel weekend di Jerez, aveva probabilmente detto una piccola bugia: il mio cellulare non ha squillato.
Aveva già squillato, evidentemente, ma c’erano tempi da rispettare e questioni da definire, visto che mettere un pilota sopra una MotoGP non è proprio la più semplice delle operazioni da fare. Ma quell’operazione la voleva Ducati, la volevano quelli della VR46 e, chiaramente, la voleva anche Iannone. Il pilota di Vasto, sempre nel video, prepara la borsa per imbarcarsi sull’aereo che lo porterà a Sepang, e insieme alla divisa del Team Pertamina Enduro VR46 c’ha sicuramente messo dentro il coraggio e la forza. Il coraggio di provarci, visto che per lui si tratta di un ritorno dopo cinque anni sopra una MotoGP che nel frattempo è diventata neanche lontanamente paragonabile a quella che guidava lui, e la forza di riuscirci, visto che comunque andrà, al di là di quale sarà il risultato, altri piloti al suo posto (come pare abbiano fatto ad esempio Nicolò Bulega e Danilo Petrucci) avrebbero detto “grazie, ma no”.
Per Iannone la questione invece è un’altra e la motivazione è la più bella in assoluto perché sta sul piano dell’umanità, della rivincita, dei segni a cui fare caso e ha il valore di un messaggio che è potentissimo: ci sarà sempre un’altra occasione per chi riesce a non perdere di vista, appunto, proprio il coraggio di provarci e la forza di riuscirci. Il resto, poi, lo fa il destino, che c’ha messo la pennellata perfetta in più facendo sì che quell’occasione arrivasse nello stesso identico teatro che invece aveva mandato in scena qualcosa di molto simile alla negazione del futuro.
Le prime dichiarazioni ufficiali di Andrea Iannone e Alessio Salucci
"Guidare la moto campione del mondo è emozionante – dice Andrea Iannone - La MotoGP è la moto più tecnologica e performante che esista, sono onorato che abbiano pensato a me e mi sono sentito di cogliere immediatamente questa opportunità appena mi è stata offerta. La sfida è sicuramente folle, complessa ed importante, non guidando da anni una moto di questa categoria e senza aver fatto i test, ma sono entusiasta di poter lavorare con Ducati e il Pertamina Enduro VR46 Racing Team”.
“Andrea – ha invece detto Alessio Salucci (Uccio) nelle prime dichiarazioni ufficiali - ha dimostrato di essere in un ottimo stato di forma, dato che ha chiuso in crescendo la stagione in SBK ed è sempre rimasto vicino a Ducati. In più è un grande amico della famiglia VR46, nonché mio personale e anche di Vale. Siamo molto felici di poterlo accogliere nel team e di rivederlo in sella ad una MotoGP. È davvero una bella storia”.