Lo avevano dato per finito. Avevano detto che era solo una meteora, che le medaglie le aveva vinte perché non c’era nessuno, che quei tempi non si sarebbero più visti. Da mercoledì invece i detrattori sono tornati tutti sul carrozzone dei vincitori. Di chi stiamo parlando? Di Marcell Jacobs ovviamente. Dopo qualche anno incerto, il cronometro ha segnato nuovamente un sub-10, e che sub-10, di 9”92 a Turku. Ma come ha fatto il campione olimpico a risorgere dalle proprie ceneri? Ci aiuta anche lui a fare un sunto di quella che è stata la sua carriera sportiva e di infortuni con un post su instagram post Europei.
Marcell Jacobs ha iniziato a far parlare di sé quando era ancora un “crazylongjumper”, come il suo nickname su instagram e il tatuaggio sul petto. Ha iniziato la carriera da saltatore in lungo con risultati eccellenti, ma come sappiamo essere un saltatore comporta un grande sforzo per il corpo che spesso porta a infortuni più o meno gravi e così nel 2019 decide di abbandonare definitivamente il salto in lungo per passare ai 100m. Si era già dimostrato un velocista interessante; al tempo l’Italia non era ancora diventata la Giamaica dei velocisti quindi i suoi tempi da 10”03 insieme a quelli di Filippo Tortu, erano una manna dal cielo. La sua carriera è costellata di successi così come di infortuni: partiamo da una lesione al quadricipite femorale sinistro che gli impedisce di partecipare alle Olimpiadi di Rio 2016, poi nel 2022 durante i Mondiali di Eugene arriva un infortunio al muscolo grande adduttore durante le batterie dei 100m per finire con il più recente: una lesione della guaina del nervo sciatico nel 2023.
Iniziati gli infortuni post olimpiadi iniziano anche i commenti di chi lo dava per finito vista la mancata qualifica alla finale mondiale di Budapest e l’argento (argento, non ultimo posto) agli Europei Indoor di Istanbul. Ma come si passa dal correre sopra i 10 secondi al tornare a tempi da finale olimpica – e a seconda dell’edizione da podio – come il 9”92 che ha corso a Turku martedì?
Ovviamente non c’è una formula specifica, ma la cosa fondamentale è sicuramente avere accanto a sé un team capace di fermarti e consigliarti al momento giusto. Non è facile per un atleta decidere di rinunciare ad una gara o di interrompere la stagione per un fastidio. Non è facile neanche capire che l’allenatore che ti ha portato a vincere due medaglie d’oro alle Olimpiadi non fa più per te, quella figura di riferimento che ormai ti segue come un’ombra tutti i giorni, tutto il giorno. Il cambio tecnico che ha stravolto la sua vita ha sicuramente avuto anche un grande impatto sulla tecnica di Marcell Jacobs, così come la lontananza dall’Italia e dai riflettori. Sì perché in America non è più Marcell Jacobs il campione olimpico con record italiano ed europeo, ma solo uno dei tanti che ha una medaglia olimpica, che corre sotto i 10” e che si allena insieme ad altri atleti che hanno una medaglia olimpica e che corrono sotto i 10”. Uno stress in meno, tante pressioni in meno e tante persone in meno da ascoltare.
Si pensava che un cambio tecnico così vicino ai giochi di Parigi sarebbe stato un errore e l’inizio di stagione non proprio rosea di Jacobs sembrava dare ragione ai tanti allenatori da bar, ma sì sa che i nuovi allenamenti vanno capiti e assimilati e che forse non partire subito in quarta non è così sbagliato quanto la gara più importante dell’anno è ad agosto. Oltre a questo Jacobs è solito farsi curare dal dottore Müller-Wohlfahrt, il controverso medico tedesco in grado di curare velocemente e in modo eccellente qualsiasi atleta, tra cui anche Usain Bolt.
Sono in tanti gli atleti che si recano in Germania per farsi visitare dal dottore che ha seguito il calcio per decenni. Marcell Jacobs è stato da lui prima degli Europei, quando tutta la sua squadra era a Rieti per un training camp. Il dottore ottantenne lo aveva già salvato la scorsa stagione che è stata costellata da infortuni e sembra che i suoi metodi abbiano funzionato anche stavolta. È quindi un mix tra talento, nuove tecniche di allenamento, medici e staff in grado di seguire un campione del calibro di Marcell Jacobs che hanno fatto sì che iniziasse la risalita verso i tempi che lo hanno consacrato dio dell’olimpo tre anni fa. Vediamo che sorprese ci riserverà nella capitale francese ad agosto.