La convocazione da parte di una squadra della NFL durante il draft è il preludio di un sogno che si avvera per ogni rookie. Un istante intenso, ricco di emozioni mentre si è circondati da famiglia e amici e si festeggia la tanto attesa chiamata al telefono da parte dei general manager o head coach del team. Certo, l’esperienza del draft è diversa per ogni rookie, ma cosa succede dopo? Cosa accade quando il proprio sogno si è realizzato? Alcuni atleti hanno la fortuna di essere scelti da un team vicino casa, senza doversi spostare troppo, mentre altri devono attraversare l’intero paese per unirsi alla squadra che li ha draftati. Per esempio, un giovane giocatore di football californiano può ritrovarsi nella fredda e piovosa Seattle. Lo shock culturale può essere grande, soprattutto ricordando che questi atleti hanno poco più di 20 anni.
Tutti loro però hanno coronato il loro sogno di bambini, sono riusciti ad arrivare nella National Football League, la lega di football più importante al mondo. Non solo segna il passaggio dal college alla vita adulta, ma anche quello dallo sport universitario a quello professionista. È l’inizio di una delle fasi più sfidanti e intense per dare il via alla propria carriera.
Cosa succede dopo aver ricevuto la telefonata più importante della vita?
La frenesia post chiamata inizia piano piano a scemare con il passare dei giorni, lasciando spazio alla consapevolezza che sta per iniziare la sfida più grande di sempre.È il momento di dimostrare tutto il proprio talento e potenziale, facendo vedere al team e ai coach che hanno fatto la scelta giusta.
Le nuove leve della squadra si ritrovano catapultate in un mondo nuovo. I primi step per un rookie sono infatti la firma del contratto. Anche in questo caso, l’esperienza è diversa per ogni atleta. Lo stipendio di un giocatore è proporzionato al round e al numero della chiamata. Di norma le primissime pick, i giocatori più ambiti dalle squadre, ottengono contratti milionari i cui importi si riducono via via che si procede con i turni. I nuovi giocatori si ritrovano poi a dover fare i conti con la stampa. Rilasciare dichiarazioni e interviste fa parte del loro lavoro e i giornalisti, ma soprattutto i fan, vogliono sapere di più sulle nuove leve della squadra.
Arriva poi il momento dei rookies minicamps. I rookies iniziano a familiarizzare con l’ambiente, ma non solo. In questa fase incontrano coach e preparatori atletici, parlano con nutrizionisti e specialisti del sonno che daranno loro diete e programmi personalizzati da seguire. Gli atleti vedranno per la prima volta il playbook, il libro che raccoglie tutti gli schemi, e inizieranno ad allenarsi secondo lo stile della squadra. È il momento in cui i coach iniziano ad avere un’idea più precisa dei giocatori che si potranno unire al roster. Per i rookies è anche il momento di cambiare ritmo, devono essere pronti per quando si uniranno agli allenamenti con i veterani. Devono fare il salto di qualità richiesto per giocare in NFL.
Dopo i minicamp, è il momento delle OTA (Organized Team Activities). Le squadre sfruttano queste giornate per far crescere i giocatori, con sessioni in palestra e sul campo senza contatto fisico. Verso fine giugno è prevista un’altra fase di orientamento per i rookies. Il passaggio dal college alla National Football League può essere arduo e i nuovi giovani talenti vengono accompagnati in questa transizione. I rookies vengono introdotti al codice di condotta della lega e le linee guida, un percorso che li porti a sfruttare al meglio le loro possibilità. Alcuni degli argomenti che affrontano sono i benefit e risorse a loro disposizione, cosa ci si aspetta da loro in campo e fuori, come rimanere al top della forma e rigare dritto. Dobbiamo ricordare che oltre ad essere atleti straordinari, sono anche dei ragazzi giovanissimi, molti sotto i 25 anni e per giocare tra i grandi, bisogna anche stare lontano dai guai.
Giunge infine l’appuntamento annuale che ricorda che l’inizio della stagione è alle porte, il momento del training camp. La partecipazione è obbligatoria e non sono permesse assenze ingiustificate. Il training camp è una fase intensa, le giornate sono lunghe e scandite da allenamenti in palestra e sul campo, è il momento in cui si provano gli schemi del playbook e vengono simulate partite. Per i giocatori è il momento di diventare una squadra. La strada per arrivare a disputare le partite del campionato e giocare tra i grandi di questo sport è lunga e accidentata. I giovani talenti selezionati dal college devono sempre tenere a mente una cosa, il fatto di essere stati draftati non garantisce un posto in squadra a settembre. Dei 90 giocatori che partecipano al training camp, solo 53 saranno selezionati per scendere in campo durante la stagione ufficiale.