No, non c’è più niente da fare, quello che all’inizio sembrava essere solamente un brutto sogno, e che col tempo cominciava ad assumere sempre più dei tratti veritieri, a quanto pare si è definitivamente trasformato in una realtà: la Cina ha vinto la guerra. Tranquilli, non si tratta di alcuno scenario bellico, almeno per il momento si spera, ma “solamente” delle auto elettriche. Insomma, che la febbre del green e questa transizione sfrenata delle automobili, che in Europa dovrebbe addirittura diventare totale entro il 2035, sarebbe stata un grande assist per i produttori cinesi già lo sapevamo. In molti ci avevano avvertito, ma nessuno sembra aver voluto ascoltare i vari moniti sulla questione. Quella del Dragone guidato da Xi Jinping, pare essere una vittoria schiacciante, questa annunciata dalla testata australiana The Driven, secondo cui “la Cina, come ha fatto con i pannelli solari, le turbine eoliche e persino lo stoccaggio delle batterie, per non parlare dei metalli utilizzati nelle batterie, è già stata dichiarata vincitrice delle guerre per la produzione di veicoli elettrici”. Ma ciò che sorprende di più adesso, è che a perdere non è stata solamente l’Ue e i suoi colossi (dal Gruppo Stellantis a Volkswagen e Bmw); adesso anche i produttori statunitensi cominciano cedere di fronte l’egemonia cinese, e, riporta il giornalista australiano Giles Parkinson, aziende come Ford e General Motors cominciano a rivedere i piani per il futuro. Mentre Tesla come se la sta passando?
“Crediamo che le aziende automobilistiche occidentali (inclusa Tesla) siano giunte a una conclusione unanime e simultanea: la Cina ha vinto la competizione per la supremazia dei veicoli elettrici”, a pronunciare queste parole è stato l’analista automobilistico di Morgan Stanley (riportato da The Driven) commentando la situazione attuale dello scenario dell’automotive su scala globale. La Repubblica Popolare cinese per la prima volta nella storia si candida a testa di serie nella produzione delle quattro ruote, schiacciando i suoi avversari statunitensi ed europei. Per questi ultimi, a dire il vero, le speranze sono sempre state poche, diversa era la situazione per gli americani, che però ora sembrano essersi arresi alla realtà dei fatti; tant’è che adesso, riporta la testata australiana, “è probabile che il settore entri in una nuova fase di spesa (inferiore), protezionistica (maggiore) e di (eventuale) cooperazione con la Cina [...] produttori di automobili statunitensi ed europei hanno dimostrato di poter realizzare veicoli elettrici molto interessanti, ma nessuno di questi è economico e, nella fascia più bassa del mercato, nessuno di essi può eguagliare il prezzo degli equivalenti benzina e diesel. Fanno eccezione le case automobilistiche cinesi come Byd e Mg”. E sui prezzi, quindi, che si gioca la guerra; e forse Elon Musk già lo sapeva, visto che solamente pochi mesi fa aveva dato il via a un grande taglio dei listini con l’obiettivo di spingere le vendite il più possibile. Adesso però, rivela sempre Parkinson, “anche Tesla sta avendo un ripensamento [...] e ci sono dubbi se riuscirà mai a produrre la tanto attesa Model 2 da 25.000 dollari”. Un esempio concreto della vittoria di Xi Jinping? “Le quote di mercato dei veicoli elettrici in tutti i grandi mercati costituiscono una lettura interessante. Nonostante il balzo delle vendite di marzo, la quota di mercato negli Stati Uniti rimane ferma al 6,5%. In Europa è scesa al 15,5%, mentre in Cina è balzata a oltre il 22%” (dati The Driven). E intanto colossi come Byd stanno cercando di realizzare stabilimenti in Europa e in Messico, così da aggirare eventuali misure di protezionismo che potrebbero essere varate in futuro. Insomma, a quanto pare abbiamo consegnato il settore dell’automotive in mano ai cinesi, e forse non soltanto quello...