L'asfalto nuovo, nero, lucido e scivoloso di Aragon è stato il principale tema tecnico del venerdì spagnolo della MotoGP. Michelin, per precauzione, ha portato mescole più rigide sia all'anteriore che al posteriore anche se al mattino - con la pista ancora green (non gommata), come direbbero quelli bravi - gran parte delle moto sembravano pattinare sul ghiaccio: tantissimi errori in staccata e pochi piloti in svariati decimi, formula che non coincide esattamente con l'andamento della MotoGP odierna, in cui i distacchi tra le prime e le ultime posizioni sono sempre più risicati. Così, mentre quasi tutta la griglia di partenza della top class ricorreva ai consigli dei capotecnici e al lavoro dei meccanici per trovare una soluzione alle particolari esigenze di Aragon, solo un pilota guidava industurbato e libero da qualsiasi condizionamento esterno: Marc Marquez.
Per il 93 è stato uno di quei venerdì in cui tutto ha funzionato alla perfezione, sin dal semaforo verde delle FP1. La Ducati GP23 di Marquez ha subito trovato nella configurazione di Aragon il partner ideale per presentarsi alla festa, agevolata - rispetto alla GP24 di Bagnaia, Bastianini e Martín - dalla scarsa aderenza del tracciato, che ben si sposa con una moto portatrice di un extra grip in ingresso curva, caratteristica principale del penultimo prototipo di Gigi Dall'Igna. Mentre le GP23 di Bezzecchi, Di Giannantonio e Alex Marquez al mattino non sfiguravano, la 93 di Marc imponeva distacchi esuberanti al resto della compagnia cantante. Un dominio che si è riproposto con dimensioni meno schiaccianti nelle Prequalifiche del pomeriggio, turno che ha sempre visto il nome di Marquez in cima alla tabella dei tempi, ritoccata nei minuti finali del time attack con il record della pista di Aragon: 1'45"801. A tre decimi dall'otto volte campione del mondo le Aprilia di Aleix Espargaró e Maverick Vinales, a mezzo secondo e sette decimi rispettivamente le Ducati factory di Jorge Martín (quarto) e Pecco Bagnaia (sesto). Tra i due litiganti per il titolo mondiale si è inserita l'altra Ducati Gresini di Alex Marquez, direttamente in Q2 insieme a Franco Morbidelli (settimo), ad un magistrale Johann Zarco - ottavo con la Honda di Cecchinello - che ha preceduto le Aprilia Trackhouse di Raul Fernandez e Miguel Oliveira, coppia che sigilla l'ottima giornata di Noale.
Ciò che più spaventa del venerdì di Marquez, tuttavia, non è il giro secco, ma il fatto che Marc sia riuscito a restare davanti in qualsiasi condizione: col sole al mattino e con le nuvole al pomeriggio, con le più disparate combinazioni di gomme medie e morbide montate su avantreno e retrotreno, con poca e con tanta benzina nel serbatoio, ad inizio come a fine turno. Sembra improvvisamente essersi trovato tra le mani una Ducati docile e poco esigente dal punto di vista fisico Marc, che a differenza di tutti i suoi avversari non ha mai commesso sbavature sulla superifice insidiosa di Aragon. In che punto eccelle il 93? Più o meno ovunque ma soprattutto nel quarto settore che - guarda caso - contiene un rettilineo chilometrico e un lunghissimo appoggio a sinistra, dove evidemente Marquez piega come nessun altro. Dopo il migliore venerdì per distacco del suo 2024, non può non aver fatto un pensierino alla fatidica vittoria che manca da ormai tre anni.
Anche perché i rivali sono tutt'altro che vicini. Jorge Martín ha strappato un quarto tempo onesto nel time attack, che al momento pare rispecchiare le sue potenzialità sul passo gara, dove con la media al posteriore ha alternato a qualche tentennamento una serie di giri sul piede dell'1'47"alto (Marquez in quel momento non saliva mai sopra l'1'47" e mezzo). 1'47" e mezzo è stato invece l'unico cronologico convincente di Pecco Bagnaia, siglato con coppia di medie usate a venti minuti dalla bandiera a scacchi delle Prequalifiche: fino a quel momento il numero 1 era rimasto piantato ai margini della top ten, alla ricerca della giusta direzione tra modifiche a catena, mono posteriore e forcella anteriore sperimentate dagli uomini Ducati sulla Desmosedici rossa. L'impostazione giusta per Aragon, dal lato del box del campione del mondo in carica, sembre essere stata trovata appena prima del time attack, in cui comunque Pecco ha pagato un importante distacco dalla vetta, gap su cui andrebbero misurati i margini di miglioramento di Bagnaia per il resto del fine settimana spagnolo.
Tra gli avversari di Marc Marquez ad Aragon, parte ancora più distanziata l'insidia che corrisponde al nome di Enea Bastianini. In netta difficoltà con il feeling all'anteriore per tutta la giornata, il numero 23 ha sganciato un piccolo guizzo nei minuti finali delle Prequalifiche: in linea con un tempo buono per entrare in top ten, Bastianini ha perso qualsiasi speranza quando una bandiera gialla, innescata dalla scivolata di Jack Miller alla sedici, gli è stata sventolata in faccia. In un sabato in cui sarà chiamato al riscatto, Enea passerà per forza di cose dal Q1, dove dovrà vedersela - tra gli altri - con le Ducati targate VR46 di Bezzecchi e Di Giannantonio (quattordicesimo e tredicesimo) e con le KTM di Binder, Miller e Pedro Acosta. La matassa verrà sbrogliata domattina alle 10:45, italiane e spagnole.