Si continua a lavorare in Yamaha: Fabio Quartararo nei test di Misano ha provato diverse novità, ma i risultati sono ancora distanti dalle aspettative. In un'intervista rilasciata ad Alba Casares di Motosan il pilota francese ha ostentato ottimismo ma, contemporaneamente, non ha nascosto le proprie perplessità e anche la propria frustrazione. Lo sguardo è sempre al futuro, perché al presente non è ancora lecito aspettarsi qualche soddisfazione.
I test di Misano hanno portato buone sensazioni, ma non tempi migliori: “A Misano abbiamo provato un nuovo telaio e un nuovo motore. Il feeling era leggermente migliore con il nuovo motore, ma il tempo sul giro era lo stesso. Quindi è un po' complicato. Il nuovo telaio non andava bene, ma stiamo cercando di capire come migliorare il livello di aderenza, perché abbiamo già avuto problemi negli anni precedenti rispetto agli altri e ora abbiamo ancora meno aderenza di due anni fa. Secondo me, il giorno in cui troveremo l'aderenza faremo un grande passo avanti, anche se il motore e l'elettronica non sono il massimo. Ma il problema è come trovare l'aderenza".
Nel lavoro di sviluppo è fondamentale la raccolta dei dati, l'anno prossimo il team Pramac utilizzerà due M1 ufficiali e questo sarà un bell'aiuto, così come è stato importante per Quartararo confrontarsi, nei test di Misano, con un tester di lusso come Andrea Dovizioso: “Anche se siamo sempre lo stesso marchio, abbiamo cambiato lo stile di guida ogni anno dal 2022. Ora abbiamo uno stile di guida visivamente più simile a quello della Ducati del passato, che consisteva nel fermarsi molto e non avere molta velocità in curva. La nostra moto non è in grado di curvare, quindi è principalmente per questo che guidiamo in questo modo e il grip è davvero basso. Dovi ha girato abbastanza bene a Misano. Ovviamente ha bisogno di più tempo per essere veloce, ma come noi, ha detto che il grip è davvero basso”.
Il "problema" è che in questi anni Ducati ha fatto decisi passi avanti, Yamaha no: “Ora la Ducati ha molta più velocità in curva, il nostro stile è un po' come quello che avevano quando Dovizioso correva con loro, circa quattro anni fa. Quattro anni sono tanti, quindi se stiamo facendo quello che facevano allora, significa che c'è qualcosa che non va. Credo che lui si sia adattato abbastanza velocemente a questo stile di guida, ma ora dobbiamo cercare di evolverci e di trovare il grip sul posteriore, la frenata, l'inserimento in curva e la trazione per migliorare davvero”.
Insomma, il lavoro fatto fino ad ora pur avendo portato piccoli miglioramenti non ha sicuramente permesso a Fabio di mostrare tutto il suo potenziale e dalle sue parole filtra un po' di amarezza e, quasi, di rassegnazione: "Mi aspettavo di più. Speravo di fare un passo avanti dall'inizio della stagione a oggi e di essere un po' più vicino, ma mi piace come sta andando il progetto e speravo di avere un team satellite, la Yamaha che sta portando avanti diversi progetti ancora riservati, e un test team migliore dal prossimo anno. Penso che avere quattro moto ufficiali ci aiuterà molto a migliorare la moto, perché ora la Ducati raccoglie molti più dati in una sola sessione di quanto non facciamo noi in un intero weekend. Il progetto sta andando come mi aspettavo, ma spero di essere molto più veloce”. Resta il fatto che gli obiettivi per la gara sul circuito di Aragon non sono certo quelli sperati a inizio stagione: “Non so se migliorerà. Mi aspetto la stessa cosa qui, ma di sentirmi un po' meglio. Nel test di Misano abbiamo provato molte cose. Purtroppo non tutto ha funzionato come ci aspettavamo, ma questo fine settimana useremo la nuova aerodinamica che abbiamo testato lì e che adotteremo da qui alla fine della stagione”.