Se si potesse dare un soprannome in eredità, allora Jorge Lorenzo avrebbe già un sostituto in Superbike. Sì, perché la parte del “martello” nei test invernali e anche nella prima giornata del primo round della Superbike a Phillip island l’ha interpretata alla perfezione Nicolò Bulega. Sempre davanti. Sempre senza storie con la sua Ducati del Team Aruba. E neanche un turno lasciato agli altri. E’ stato così anche questa notte, con l’italiano che ha chiuso con un gran tempo, lasciandosi alla spalle un Andrea Iannone che avrà pure una moto non ufficiale, ma sembra al momento l’unico in grado di tenere testa al compagno di marchio. Vuole essere l’outsider e non lo nasconde nemmeno. “Possiamo fare bene – ha detto in una recente intervista a Motosprint – ora non sono più un debuttante in questa categoria. Io come Martin l’anno scorso in MotoGP? Mi piacerebbe tantissimo, ma diciamo che ora sono un po’ un Marquez in Gresini: mi sacrifico stando nel team privato per andare in quello ufficiale. Ho un obiettivo e spero si realizzi”. Non tanto vincere, quindi, ma convincere. A cominciare, appunto, da Phillip Island e sapendo che in gara le variabili saranno abbastanza da rendere non così scontata la vittoria di Nicolò Bulega.
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E’, di fatto, ciò su cui fa affidamento anche Toprak Razgatlioglu, oggi terzo e nel ruolo di “spacca Ducati”. Sì, perché il campione del mondo ha messo la sua BMW in mezzo a quattro Ducati, lasciandosi alle spalle Danilo Petrucci e un Alvaro Bautista apparso ancora distante dalla condizione che ci si aspetta da un pluricampione del mondo. I distacchi sono importanti e sulla carta potrebbe non esserci partita. Ma la carta e l’asfalto sono teatri differenti, con in più l’incognita del flag to flag imposto in Australia in nome della sicurezza. Una scelta che non è piaciuta ai piloti, ma su cui non c’è stata alcuna marcia indietro. Proprio Bulega, su tutti, è tornato a parlare della questione. “Io sono consapevole di avere una grande opportunità per cominciare bene qui – ha spiegato – ma questo flag to flag proprio non mi piace e rischia di essere pericoloso. Inoltre potrebbe falsare le carte in tavola. E poi se si fa il cambio gomme qui andrebbe fatto anche in altri circuiti che stressano ancora di più gli pneumatici”.
Tema caldo, quindi, che sposta un po’ l’attenzione (e rischia pure di deconcetrare) rispetto a quelle che potranno essere le sentenze della pista sin da domani mattina, quando si comincerà a fare sul serio, con Toprak Razgatlioglu che subito dopo le FP2 è anche tornato a lanciare frecciatine: “Non riesco a trovare la quadra e in mattinata sono caduto. Non posso dire di avere un buon feeling, ma farò di tutto. Di certo se ci limitano in questo modo poi si ottiene che davanti ci sono di nuovo solo le Ducati”. Il riferimento, è chiaro, è alle superconcessioni di cui BMW poteva beneficiare l’anno passato e che invece, adesso, sono limitate per effetto del titolo mondiale vinto, ma anche al nuovo telaio che BMW aveva messo appunto e che invece è stato bocciato, costringendo i tecnici della casa tedesca a costruire la nuova moto intorno a quello vecchio.
E per quanto riguarda la classifica di giornata e gli altri italiani? Già detto della top five con ben tre italiani su cinque. Nella seconda metà, però, contrariamente a quanto si era visto nei test, è riuscito a infilarsi nei dieci solo Yari Montella, settimo nel suo primo venerdì di Mondiale SBK, mentre Andrea Locatelli con Yamaha e Axel Bassani con la Bimota devono accontentarsi dell’undicesima e della dodicesima posizione.