È primo nel mondiale a pari merito con Fabio Quartararo ma non lo dice nessuno, ha corso la gara della vita ma la gente non ne parla. La verità però è che Alex Rins in questo 2022 è un candidato estremamente credibile per il titolo. Ha ingoiato una stagione difficile nel 2020, quando il compagno di squadra ha riportato il mondiale alla Suzuki dopo decenni di buio, e ha sofferto ancora di più il 2021 concludendo l’anno con il record di cadute in gara. Kenny Roberts, negli anni Ottanta, di quelli come lui ha detto tutto in una frase: “Puoi insegnare a un pilota veloce a non cadere, ma non il contrario: un pilota lento che non cade non puoi migliorarlo”.
Dev’essere questo che Livio Suppo, nuovo Team Manager Suzuki, ha deciso di fare per la gestione di Alex Rins: il mondiale è lungo e serve calma, ma soprattutto qualche punto in meno ad ogni gara è meglio di nessun punto in una gara. D’altronde l’anno scorso i due piloti Suzuki hanno avuto un approccio diverso ai problemi della moto, troppo lenta sul rettilineo specialmente nel confronto con le Ducati. Mir si accontentava, Rins andava oltre il limite. Nessuno dei due è riuscito a risultare credibile per il titolo, ma la differenza punti a fine stagione parlava chiaro: 208 punti per Joan Mir, terzo nel mondiale dopo Quartararo (278 punti) e Bagnaia (252 punti); 99 punti per Alex Rins al tredicesimo posto della classifica piloti.
Quest’anno Alex Rins ha cambiato approccio: è sempre velocissimo, non spreca nulla ed è spesso più veloce del compagno di squadra. A Portimaõ, poi ha corso la gara della vita, chiudendo con un quarto posto che ha dell’incredibile. Meglio di Bagnaia, che gli partiva a fianco e ha chiuso ottavo, e meglio di Marc Marquez che ad Austin - da sempre la sua pista - ha rimontato fino al 6° posto. Non solo: se Joan Mir non fosse caduto a sette giri dalla fine probabilmente gli sarebbe arrivato davanti. Mir partiva 2°, Rins 23° e correvano con la stessa moto.
Alex non ha mai vinto un titolo nel motomondiale - ma ci è andato vicino più volte - tuttavia in questo inizio di stagione ha dimostrato di essere il pilota più a posto: due podi (un secondo e un terzo posto) tanta fiducia nella moto e una squadra che funziona. Livio Suppo ha capito il suo pilota, sa come prenderlo e come farlo rendere al meglio. Passare sopra alla brutta fama di essere un cascatore è un lavoro duro e, probabilmente, un vizio come quello della caduta non te lo levi mai del tutto, ma partire senza pressioni è un buon modo di farlo. Per ora, il vero outsider della MotoGP 2022 è lui.