Finalmente tornano a unirsi i cinque cerchi. Le Olimpiadi sono le Olimpiadi. È il momento dove gli italiani si concentrano su ogni tipo di sport esistente sulla faccia della terra. Vedere atleti semi sconosciuti salire sul podio con la medaglia al collo e cantare l’inno ci fa godere di brutto. Gli Azzurri son pronti a diventare eroi (per un mese circa), noi cerchiamo di fare la nostra parte con una carrellata dei venti momenti più alti dell’Italia alle Olimpiadi.
20) Atlanta 1996 Roberto(ne) Di Donna
Sì, l’esordio dei momenti top ce lo giochiamo con la pistola ad aria compressa. Davanti al tiratore romano c’è il classico cinese che “non sbaglia mai”, tale Wang. In telecronaca Stefano Bizzotto che tira una gufata clamorosa all'avversario di Robertone Nazionale: “Iimpossibile che sbagli, medaglia d’argento, siamo contenti così, grande Roberto”. Tac, Wang cicca clamorosamente il bersaglio e vinciamo l’oro.
19) Pino Maddaloni e il Judo
A Sidney 2000 il napoletano batte il brasiliano Tiago Camilo coronando il sogno del padre-allenatore, fondatore dello Star Judo Club di Scampia. Sogni e “Ippon”, il quartiere popolare campano ha conquistato l’Australia
18) Roberto Cammarelle, pugilato. Pechino 2008
No, se sai fare una cosa non c’è un cinese più bravo di te. Almeno nel pugilato. Roberto Cammarelle demolisce “a casa loro” Zhang a Pechino 2008. L’oro del supermassimo va contro anche i giudici leggermente di parte. Anche perché l’avversario va ko un paio di volte nonostante il caschetto protettivo. Deve averle prese piano le botte.
17) Tiro con l'arco a squadre. Londra 2012
17) Hunger Games scansate ce stamo noi. A Londra 2012 l’Italia del tiro con l’arco composta dal trio Galiazzo - Nespoli - Frangilli batte gli Amerigani. Ve la facciamo breve. “The silent man” doveva fare dieci e l’ha fatto. Fine. Ma cosa c’è di meglio che rivedersi l’impresa dei Katniss Everdeen tricolari con una ripresa scrausa da una televisione vecchia?
16) Elia Campriani, carabina 50 metri. Rio 2016
Delirio da Oro a Rio 2016. Il toscano Elia Campriani nella carabina a 50 metri sbaglia l’ultimo decisivo colpo. Peccato che anche il russo Kamensky fa lo stesso. The End. Nota di merito per il fiorentino che ritenendo la vittoria ingiusta donò al Commissario Onu la differenza in denaro tra oro e argento. Chapeau.
15) Elia Viviani, Omnium. Rio 2016
Il portabandiera dell’Italia a Tokyo2020 volò nel durissimo Omnium. No, non è una parolaccia. Son le bici su pista, si dai, tipo quel simil parquet. Classico pianto finale non per la gioia, ma perché poco prima era caduto e, come ben sappiamo noi pseudo sportivi, le bruciature sul parquet fanno parecchio male
14) Paltrinieri & Detti, nuoto. Rio 2016
Provate voi a fare 1500 metri a nuoto. A Rio 2016 Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti dominarono la scena travestendosi da Pirati dei Caraibi. Primo e terzo, risultato stratosferico e vasca ricca… mi ci ficco. La rima non è baciata ma va bene uguale
13) Igor Cassina, sbarra, Atene 2004.
Probabilmente era uno dei pochi che ci ricordavamo senza stare a ricercare negli anni. Forse la cosa è reciproca anche da parte vostra. L’Oro di Igor Cassina a Atene 2004 nella Sbarra fece impazzire anche chi di ginnastica artistica non ci capisce niente (come me). Ricordo ancora quell’ “Eccolo il Cassina!”, il movimento che si inventò ad hoc per le Olimpiadi. Andrea Fusco se la gioco così: Guardatelo bene. Ha un aspetto umano, ma è un punto esclamativo pervaso da energia, venuto dallo spazia. Si chiama Igor Cassina, signori. Si chiama Igor Cassina. E non ce n’è per nessuno”.
12) Rossi/Bonomi, K2. Sidney 2000
Ci siamo anche appassionati nel K2 a Sidney 2000. Antonio Rossi e Beniamino Bonomi misero i razzi alla canoa, il grande Gian Piero Galeazzi invece rischiò il collasso dalla troppa estasi mistica. Ma poi detto tra noi, la Svezia non ci ha mai fatto paura.
11) Aldo Montano, scherma, Atene 2004
Lo schermidore livornese si è dato battaglia contro l’ungherese Nemcsik. Prima sopra, poi sotto di due, poi pareggio e stoccata finale. Festeggiamenti in pieno stile italiano con capriolone sulla pedana e nemmeno un ciao all’avversario battuto. Bene così
10) Massimiliano Rosolino, nuoto. Sydney 2000
A Sidney 2000 Massimiliano Rosolino incanta e vince l’oro olimpico nei 200 metri misti. Bravo perché nell’esultare ci ricorda quanto dobbiamo stare calmi nel caso dovessimo litigare con lui.
9) Federica Pellegrini a Pechino 2008
"La Divina" dominò la gara cavandosela con un record del mondo nei 200 stile libero. Tiè.
8) Fratelli Abbagnale, canottaggio. Seul 1988
Gli Abbagnale’s Big Brotherz entrarono nella leggenda. Ancora Canottaggio, ancora Bisteccone Galeazzi. Carmine e Giuseppe entrarono nella leggenda. Pochi discorsi, tanto video. Aneddoto storico che vi farà sentire vecchi: c’erano la Germanie Est e l’Unione Sovietica
7) Valentina Vezzali ad Atene 2004
Atene 2004, la scherma femminile si gioca l’oro e l’argento. La sfida nel fioretto tra Valentina Vezzali e Giovanna Trillini non fu particolarmente sentita, o almeno, la sentivano soltanto loro due in pedana. Tanto noi avevamo già vinto.
6) Settebello a Barcellona 1992
Pallanuoto. Quella volta che a Barcellona 1992 abbiamo scoperto che il 7Bello non è soltanto un punto in più a scopa. Non solo, vinciamo l’oro proprio come ci riesce meglio a noi. Ai supplementari. E guarda mpo'... proprio contro gli spagnoli.
5) Domenico Fioravanti a Sydney 2000
Sydney 2000 cambiò per sempre la storia del nuoto italiano. Domenico Fioravanti vinse la prima storica medaglia nei 100 rana. E già che c’era fece pure il record olimpico. Non sapete tracciare una linea in acqua? Beh lui lo fece.
4) Gelindo Bordin, maratona, Seul 1988.
Il geometra vicentino Gelindo Bordin, alle prime luci del mattino dell'ultimo giorno di Seul 1988 vince “soltanto” la maratona olimpica. E basta?
Jury Chechi, Atlanta 1996.
Entriamo nel podio con il “Il signore degli Anelli”. Leggiadro, forte, bello, simpatico, tirato come le balestre, pulito. Semplicemente Jury Chechi.
2) Pietro Mennea, Mosca 1980
Duecento metri dalla gloria, lui li raggiunse e li conquistò. C’è veramente poco da dire. Pietro Mennea, “Tutto il resto è noia”.
1) Stefano Baldini, Atene 2004
Il momento più alto nella storia italiana delle Olimpiadi. Stefano Baldini entra prima di tutti nello stadio dove sono nati i Giochi Olimpici. Un’emozione che soltanto a pensarci fa venire i brividi, figuriamoci quando lo fa lui che lo ha vissuto. "Bravo, Bravo, Bravo".