Carlo Pernat predica da mesi: chi pagherà per le Sprint Race? Una domanda, la sua, che fino ad ora non ha trovato risposta e che è stata persino oggetto di ironia da parte di Carmelo Ezpeleta. “Carletto è Carletto – ha detto il CEO di Dorna – ha sempre qualcosa da ridire ma lo conosciamo, lui è così. Se ha un problema può chiamarmi”.
Un modo per liquidare tutto come se il problema non esistesse davvero, ma le Sprint Race, di fatto, raddoppiano gli impegni di un fine settimana di gare e non ci sono solo i piloti a reclamare perché gli sia riconosciuto qualche bonus o una somma superiore rispetto a quella fissata in contratti sottoscritti quando le Sprint Race non esistevano nemmeno. Gli unici a porsi seriamente il problema sono stati, almeno fi ad ora, quelli di KTM, con Francesco Guidotti che in una recente intervista a moto.it ha spiegato che la casa austriaca sta cercando di capire come e in che termini retribuire il nuovo impegno.
“Non abbiamo ancora delineato tutti i dettagli, ma siamo d'accordo che sia i piloti che i meccanici dovranno essere pagati” – ha spiegato Guidotti, ribadendo che di mezzo non ci sono solo gli stipendi (già altissimi) di quelli che guidano le moto, ma anche dei meccanici e degli uomini del team che guadagnano cifre più normali e che adesso saranno chiamati al doppio del lavoro. “Dobbiamo trovare un modo – ha proseguito Guidotti – ma al momento non sappiamo bene come fare. Sono gare che durano la metà e che mettono in palio la metà dei punti, quindi pensiamo a qualcosa al 50% ma è tutto da capire, anche perché c’è da dire che i costruttori non avranno maggiori incassi con le Sprint Race, ma solo più spese”.
Un punto di vista sacrosanto, quello di Guidotti, e anche un grande merito per KTM che comunque si sta ponendo un problema che è oggettivo e che in tanti stanno provando a ignorare. Tra i piloti c’è malcontento, tanto che qualcuno ha avanzato l’ipotesi di una mezza protesta da organizzare in occasione della prima del mondiale, così come tra i costruttori, che si ritrovano sulla groppa richieste inaspettate ma giuste. Chi continua a ignorare del tutto la questione, invece, è Dorna, con Ezpeleta che è stato chiaro: “Non è un problema nostro”. L’impressione, però, è che il CEO di Dorna dovrà necessariamente accettare di sedersi a un tavolo con le altre parti interessate per evitare che l’introduzione delle Sprint Race diventi una vera e propria questione sindacale invece che un nuovo e più accattivante modo di proporre i fine settimana di gara al pubblico.