Questo mondiale passerà alla storia come uno dei più spettacolari degli ultimi anni. A partire da chi se lo gioca, tre piloti su tre moto diverse: uno è il campione in carica, l’altro vince e sbaglia più di tutti, il terzo ha scalato le gerarchie dal basso con fame e rigore. In mezzo, come sempre, errori e sfortune a dare forme diverse alla velocità. A cinque gare dalla fine il grande favorito era Bagnaia, adesso c’è più equilibrio: Fabio in testa, -18 Pecco, -25 Aleix. E adesso, a Buriram, l’impressione è che il meteo cambierà le cose per tutti. Specialmente per i primi due, dal francese mai velocissimo sull’acqua all'italiano che a Mandalika ha chiuso 15° e a Motegi ha fatto molta fatica.
È vero che, rispetto al Giappone, i piloti avranno più tempo per la messa a punto, tuttavia il meteo prevede pioggia fissa tutto il weekend, dal primo turno di libere alla premiazione del podio. Sul bagnato si rischia, c’è tensione, i piloti istintivi arrivano davanti e chi ha poco da perdere può giocare pesante. Pesante come Marc Marquez, che ricorda bene il titolo vinto nel 2019. Ma ci sono anche Jack Miller, Brad Binder e - lo abbiamo detto, è un mondiale da lacrime agli occhi - Danilo Petrucci su di una Suzuki. Il bagnato non premia solo il talento, perché il mondiale è lungo e i punti parlano chiaro: i migliori di quest'anno sono in cima alla classifica. Il punto piuttosto è che la MotoGP di oggi è tarata al millesimo e richiede la perfezione - nella guida e nella meccanica - e chi è abituato così fatica ad entrare in pista e correre d’istinto. A poterne approfittarne sono gli altri, a partire da Enea Bastianini che in conferenza stampa ha giurato di non pensare al titolo: giusto così, i punti da Quartararo sono molti (49) e le gare poche, ma come ormai ha messo in chiaro più volte una vittoria è sempre una vittoria.
Per sapere se sarà l’acqua della Tailandia a decidere il titolo dovremo aspettare la gara, meglio se quella a Valencia. Per chi siede sul divano però è difficile chiedere di più: domenica in pista i piloti dovranno dare tutto sapendo che essendo in tre non si può fare la gara sull’altro, che un errore può voler dire una caduta e una caduta può portare all’infortunio, complicatissimo da gestire nelle due settimane che porteranno ad Australia e Malesia. Dovranno dare tutto sapendo che ora, per quel titolo, servono la velocità e la testa, che sul bagnato bisogna tenere accesa ad ogni manata di gas. Se uno dei tre riuscisse a vincere anche in condizioni difficili e contro chi non ha nulla da perdere, sapremmo finalmente su chi scommettere. Come dicono i motivatori sui social: se vuoi qualcosa che non hai mai avuto prima, devi essere pronto a qualcosa che non avevi mai fatto. Il che nel nostro caso - che stiamo a guardare dalla televisione - significa vedere qualcosa di nuovo, di intenso. E una MotoGP più viva che mai.