Piace praticamente a tutti, anche se potrebbe rinnovare il contratto al Monza. Raffaele Palladino, 39 anni, è uno dei volti della stagione di Serie A ai titoli di coda e non solo perché il club lombardo ha scavallato quota 50 punti da qualche turno, oppure perché pratica un calcio gradevole, distinto dalla palude dei risultatisti che della qualità di gioco non sanno che farsene. Palladino è una ventata di nuovo e soprattutto porta la griffe del duo Galliani-Berlusconi. Che, per chi va oltre i 40 anni, sono una specie di certificato di garanzia: nel 1987 hanno puntato su Arrigo Sacchi al Milan, quando Sacchi era un eretico del calcio a Parma: hanno vinto tutto, quel Milan ha incantato il mondo e codificato una nuova area del pallone, preceduta dall’Olanda di Cruijff, seguita poi dal Barcellona di Guardiola. Più che esponente del tiki-taka, della circolazione di palla intensiva, Palladino sembra l’evoluzione di Gian Piero Gasperini nei principi di gioco, come ammesso dallo stesso Palladino in più interviste. Gli eredi del tecnico dell’Atalanta cominciano a essere in tanti, da Juric a Thiago Motta, poi Tudor al Verona, lo scorso anno. La differenza sta nella componente estetica, sua e della sua squadra, che quando può cerca di dirigere la partita. I suoi calciatori dicono che lasci più spazio all’inventiva rispetto a Gasp; e quindi spazio alla lotta uomo contro uomo, ma poi meno spartito e più assoli.
La carriera in panchina tra i professionisti di Raffaele Palladino è cominciata il 18 settembre 2022, contro la Juventus. È stato un curioso scherzo del caso che la prima squadra che si è trovato davanti da allenatore sia stata la stessa che aveva creduto in lui come calciatore, portandolo a Torino dopo gli esordi al Benevento. Era un attaccante molto tecnico, agile, veloce, talentuoso. Davanti c’era il duo Del Piero-Trezeguet, classe e cassazione in zona gol. Un passo indietro ecco Marcelo Zalayeta e Valeri Bojinov, il bulgaro estroso e indolente coltivato da Zeman a Lecce. La carriera di Palladino a Torino era chiusa, il seguito è stato segnato da lampi, ombre e infortuni. L’epilogo c’è stato proprio a Monza: mai una partita ufficiale, troppi intoppi fisici. Quindi, il salto in panca nel settore giovanile del Monza e nell’estate del 2020 gli viene assegnata la guida della squadra, l’Under 15. Due anni fa c’è stato il passaggio alla Primavera: semifinali del campionato nazionale. Poi, la bussata alla porta della storia, l’esonero di Stroppa (altro prodotto di Galliani, meno di Berlusconi) dopo sei giornate di campionato. Un paio di turni fa il Monza ha messo sotto il Napoli campione d’Italia, in verità in modalità sbornia post-party, ma la qualità della squadra di Palladino si è vista in tutto il torneo. Aurelio De Laurentiis, nel suo esteso casting per la ricerca del nuovo corso in panchina dopo il saluto a Spalletti, ha pensato anche a lui, che è nato a pochi chilometri da Napoli. E forse è anche nel casting della Juventus, che deve pesare l'eventuale addio ad Allegri. Nel caso, dovrà chiedere il permesso a Galliani e Berlusconi.