Il razzismo è un problema reale per il calcio spagnolo. Così come in Italia e in altri paesi europei. L’inconsueta espressione feroce, seppur misurata nei modi, mostrata da Carlo Ancelotti davanti alla stampa nella denuncia dell’epiteto razzista, “scimmia”, ripetuta più volte all’indirizzo di Vinicius Junior, stella del Real Madrid, nell’ultimo turno della Liga allo stadio Mestalla di Valencia è la polaroid perfetta dell’entità del problema per un caso che in pochi giorni ha prodotti arresti, inchieste della Magistratura, il raffreddamento nei rapporti diplomatici tra Brasile e Spagna.
La situazione
Non si tratta di casi isolati, anzi. Lo stesso Vinicius, per rendere chiaro il concetto, ha pubblicato sul suo profilo Instagram una serie di casi che l’hanno visto protagonista nei mesi scorsi:auguri di morte, fantocci impiccati, gridi criminosi. Otto casi stagionali, tre lo scorso anni. Tutto fissato in una compilation disgustosa. Nel frattempo, ci sono stati sette arresti: la polizia ha arrestato a Valencia tre persone tra i 18 e i 21 anni per aver rivolto domenica scorsa gli insulti razzisti all’indirizzo di Vinicius allo stadio Mestalla di Valencia. Altri quattro arresti sono avvenuti a Madrid nell’ambito delle indagini sul manichino impiccato - rinvenuto a gennaio - con la maglia della punta del Real.
Il fatto
I cori razzisti negli stadi spagnoli verso Vinicius durano ormai da mesi. Una specie di marchio dell’infamia che ha unito tifoserie per il resto in perenne ostilità tra di loro. Il brasiliano al Mestalla di Valencia ha perso la pazienza, si è ribellato di essere definito “scimmia”, chiedendo all’arbitro di intervenire. Alla fine è stato espulso. La dinamica è assai simile a quanto avvenuto nel dicembre del 2018 a San Siro: cori offensivi da una fetta del tifo interista verso Kalidou Koulibaly, allora difensore senegalese del Napoli. Anche lui fu espulso, sulla panchina dei campani c’era proprio Carlo Ancelotti, che chiese a più riprese che fosse sospesa la partita.
Sono passati cinque anni, è cambiato assai poco. In Italia, così in Spagna. E sinora a poco sono servite le manifestazioni di solidarietà a Vinicius, come quelle arrivate dalla Fifa. La Federcalcio spagnola ha invocato misure più energiche, che potrebbero includere la chiusura delle tribune e persino degli stadi, in caso di recidiva. Il Real Madrid e l'AFE (principale sindacato dei giocatori in Spagna) hanno annunciato di aver presentato una denuncia alla Procura della Repubblica. Come ha spiegato Ancelotti, c’è bisogno di un passo in più, forse la sospensione delle partite. O anche peggio.
Un caso politico
La vicenda è divenuta un affare di stato in Brasile. Al G7 di Hiroshima il primo ministro brasiliano Lula ha iniziato il suo intervento dinanzi ai media solidarizzando con Vinicius, parlando apertamente di pregiudizio razziale che prende forza in diversi stadi europei. Lula, come scritto, coglie nel segno, solo in questa stagione si sono verificati diversi episodi di intolleranza in questi mesi in Spagna, Italia, Inghilterra.
Anche la ministra dello Sport del governo brasiliano, Ana Moser, e il ministro della Giustizia, Flávio Dino si sono schierati pubblicamente, usando i social per esprimere vicinanza al giocatore del Real, mentre il ministero dell'Uguaglianza razziale a sua volta ha detto che invierà una denuncia formale alle autorità spagnole e alla Liga. Tra le dimostrazioni di solidarietà nei confronti di Vinicius c’è stato lo spegnimento per un’ora della statua del Cristo redentore di Rio de Janeiro. Il Santuario arcidiocesano che gestisce il monumento ha spento le luci in collaborazione con la federcalcio brasiliana e l’Osservatorio sulla discriminazione razziale nel calcio. Un altro passo che segnala le tensioni sul filo Brasilia-Madrid è stata la convocazione dal Ministero degli esteri brasiliano dell’ambasciatrice spagnola, Maria del Mar Fernandez-Palacios, a Brasilia. Il Brasile ha minacciato per il caso Vinicius di invocare la giurisdizione internazionale, sebbene il premier spagnolo, Pedro Sanchez, abbia scritto su Twitter che "non ci deve essere posto per l'odio e la xenofobia nel nostro calcio o nella nostra società", aggiungendo che la Spagna non è un paese razzista.
Vinicius: i precedenti
Tra settembre e ottobre Vinicius Junior è stato oggetto di commenti razzisti in Spagna per i suoi balletti successivi ai gol realizzati. Anche in quelle circostanze si è sentito appellare “scimmia” in diversi stadi. E anche in uno studio televisivo: una becera trasmissione notturna spagnola, "Chiringuito" ha consentito a un procuratore, Pedro Bravo, presidente dell’associazione spagnola di categoria, di dire a Vinicius di “smetterla di fare la scimmia”. L’agente si è scusato su Twitter ma è stata fortissima la reazione di tutti i calciatori brasiliani a sostegno della punta del Real. Anche Pelè, qualche mese prima di morire, si è lanciato nella difesa del connazionale preso di mira dai razzisti.