Paolo Simoncelli ha ragione: il GP di Francia a Le Mans ha prodotto abbastanza temi da portarci senza grandi sforzi al Mugello, dove l’11 giugno si correrà il GP d’Italia. Perché c’era tanta gente, un record assoluto, ma anche per tutto quello che è successo in pista e per come ne hanno parlato i piloti fuori. Due incidenti come quelli che hanno scandito la gara - per altro nello stesso giro - non si vedono spesso, oltre al fatto che nemmeno il rientro di Marc Marquez è roba da tutti i giorni. Ed è qui, soprattutto, che si è soffermato il patron del Sic58 Squadra Corse nel suo comunicato stampa di fine weekend, appuntamento fisso per chiunque abbia la malizia e l’attenzione per andarselo a leggere (lo trovate qui). Per Paolo queste pagine sono un rito necessario, perché è di suo pugno che racconta lo spirito del team e la sua visione sulle corse.
“Vorrei esprimermi anche sulla gara della MotoGP, che definirei pazzesca!”, comincia Simoncelli. "In questo momento, in cui spesso giornalisti e tv creano falsi allarmismi e fanno “terrorismo” solo su chi vogliono loro ovviamente, si discute spesso su sorpassi troppo azzardati o troppo ravvicinati all’altro pilota quasi al limite dell’assurdità, voglio farvi una domanda: “E se domenica ci fosse stato Marquez lì nel mezzo? Se fosse stato lui il colpevole di uno degli incidenti o contatti che si sono verificati? La cronaca li avrebbe attenuati così? Rispondo io, certo che no! L’avrebbero messo al rogo in perfetto stile Giovanna D’arco, così per citare una francese a caso.”
Premesso che quello di cui si accusa oggi Marquez mi sembra una storia già sentita…mi sembra assurdo che un ragazzo dopo quarantacinque giorni di convalescenza sale su una moto con un telaio mai provato prima, rischia di fare la pole (strappatagli solo da un grande Bagnaia) e noi… siamo ancora qui che ne parliamo. Davvero? Lui, a differenza di altri, viene accusato di sorpassi troppo aggressivi e manovre al limite della scorrettezza, ma i sorpassi, le traiettorie a filo cordolo, l’adrenalina e i brividi sono l’essenza del motociclismo, senza non esisterebbe questo sport”.
Ecco, in una dozzina di righe Paolo ha tirato fuori altrettanti argomenti: i giornali e le televisioni che praticano terrorismo selettivo, per esempio. O il fatto - che poi è la stessa cosa - che se la manovra di Luca Marini (o della coppia Bagnaia - Vinales) l’avesse prodotta Marc Marquez ne staremmo parlando in tutt’altri termini. Questo sicuramente è vero, ma è così principalmente per due motivi: uno, Marc ha una recidività spaventosa rispetto agli altri piloti, se viene accusato di sorpassi troppo aggressivi è perché ne ha fatti tanti, tantissimi. Su cadute, sportellate ed errori di valutazione come quello di Portimão Marc ha costruito una carriera e un immagine. Due, Marc è un fuoriclasse. Succede per tutti i grandi, le loro azioni hanno un peso diverso rispetto a quelle degli altri e non c’è di che meravigliarsi. Basti pensare a Pecco Bagnaia, di cui oggi si parla soltanto in termini assoluti: se cade è uno sciupone, un pazzo, un disastro col casco. Se vince è l’eroe che l’Italia si merita. Se la stampa tratta Marc Marquez diversamente dagli altri è perché lui è diverso dagli altri.
È vero, invece, che le corse ci piacciono così, con i sorpassi sul filo della legalità, le imprese e gli imprevisti. Momenti che hanno reso grandi piloti come Valentino Rossi, Marc Marquez stesso e, chiaramente, Marco Simoncelli, che gli spagnoli hanno sempre attaccato per la troppa aggressività in pista. Senza le accuse di quei detrattori però, difficilmente il Sic avrebbe detto a Jorge Lorenzo "I will be arrest" in una delle conferenze stampa più riviste nel motomondiale. Se queste manovre appassionano è anche perché sono al limite del proibito, quasi sporche, e anche perché a chi le racconta piace ricamarci sopra, infatti tra la commissione gara vista a Le Mans e il pugno di ferro di Jerez nessuno sceglierebbe quest'ultimo. Trattare Marc Marquez come gli altri non renderebbe giustizia a quello che ha fatto e continua a fare: lui per fortuna non è come gli altri.